L’esperienza dei giovani della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro sulle strade di Gesù arriva anche sulle pagine nazionali: sul quotidiano “Avvenire” del 2 settembre 2012 è stato pubblicato un articolo, a firma di Giacomo Gambassi, che ripercorre le tappe principali del pellegrinaggio in Terra Santa.
In Terra Santa con lo stile della Gmg
L’ESPERIENZA: Cinquanta giovani aretini sulle vie del Vangelo, ospiti delle famiglie di Nazareth e delle parrocchie
di Giacomo Gambassi
Come stile hanno scelto quello della Gmg. Come modello hanno seguito i santi pellegrini Arcano ed Egidio che, proprio mille anni fa, di ritorno dalla Terra Santa avevano fondato nell’Alta Valle del Tevere quell’oratorio da cui poi nacquero il Duomo e la cittadina di Sansepolcro. Hanno coniugato idealmente dieci secoli di spiritualità i cinquanta giovani della diocesi di Arezzo- Cortona-Sansepolcro che hanno trascorso i dieci giorni più caldi di agosto in Terra Santa.
«Un pellegrinaggio con la Bibbia in mano e la grazia di Dio nel cuore», racconta l’arcivescovo Riccardo Fontana che ha guidato i «suoi» ragazzi nella regione di Cristo. E il presule tiene a precisare: «Non è stata una gita camuffata, come talvolta può succedere». Perché l’essenzialità, la sobrietà e l’incontro con i «fratelli cristiani» di Israele e della Palestina sono stati i tratti singolari del viaggio nato sulla scia del gemellaggio che la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ha siglato nel gennaio 2010 con il Patriarcato latino di Gerusalemme.
Niente alberghi per dormire. I ragazzi hanno passato le loro serate in famiglia o in parrocchia. Come avviene durante le Giornate mondiali della gioventù. Ad aprire le porte delle case sono stati i cristiani araboisraeliani della parrocchia latina di Jaffa a Nazareth. È il caso della settantenne Alba Nasser, cinque figli e quattro nipoti fra le mura domestiche. «Quando padre Elias ha chiesto dall’altare se c’era qualcuno desideroso di accogliere alcuni giovani pellegrini italiani – racconta la donna – ho dato la disponibilità per due posti. Ma dopo aver ascoltato il brano del Vangelo in cui Cristo diceva “Ero forestiero e mi avete ospitato”, ho spalancato la casa». Alla fine sono stati otto i ragazzi che ha avuto al suo fianco per alcuni giorni e con cui ha condiviso anche alcuni momenti familiari.
Alle porte di Gerusalemme il gruppo ha avuto come riferimento la parrocchia di Cristo Re a Beit Sahour, municipalità all’interno dei territori dell’Autorità palestinese, che al gruppo ha affidato saloni e palestra dove i giovani sono entrati con sacchi a pelo e zaini.
A fianco dei pellegrini l’assistente regionale di Azione cattolica per la Toscana, don Andrea Lombardi, e il referente diocesano di Pastorale giovanile, don Danilo Costantino. «Di fronte alle incertezze di oggi – sottolineano i due sacerdoti – che non permettono di avere uno sguardo positivo verso il futuro, il cammino sulle strade di Cristo è stata un’occasione preziosa per attingere alle sorgenti della speranza».
La visita ai luoghi santi è stata accompagnata anche da incontri con personalità e comunità locali. Nel Getsemani i ragazzi hanno trovato il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, che ha indicato nella formazione la via per «curare l’identità cristiana» nell’area. E nel cuore di Gerusalemme c’è stato l’abbraccio con il patriarca latino Fouad Twal che ha invitato i giovani ad «amare questa terra e a coltivare il senso di comune appartenenza alla Chiesa madre di Gerusalemme».