Bocce, equitazione, ciclismo-mountain bike e pallavolo: sono queste le quattro discipline ufficiali dei XIX Giochi nazionali estivi Special Olympics Italia che si terranno ad Arezzo dal 23 al 28 aprile 2013. Ma c’è una quinta specialità, non ufficiale, che fa pensare ai “giochi senza frontiere”, quella di mettere in campo risorse impensabili, partner apparentemente distanti, profit e non profit, pubblico e privato, laico e religioso.
In questa specialità sembra un campione Paolo Lucattini, presidente del Comitato organizzatore locale, che coordina la conferenza stampa organizzata ieri al Meeting Point del Centro Arezzo Congressi nel giorno di apertura del 7° Forum Risk Management in Sanità.
La conferenza stampa tarda ad iniziare. Si aspetta un ospite importante. I primi convocati sono costretti ad abbandonare per impegni improrogabili. Entrano in campo le riserve, che riserve non sono, ma teste di serie che con l’esperienza hanno imparato a mettersi da parte. Le sostituzioni si svolgono con naturalezza e disinvoltura, senza che nessuno sembra farci caso. Una regia collaudata sul campo.
La sorpresa della conferenza stampa è la presenza di don Danilo Costantino, responsabile del Centro pastorale per i giovani della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, che annuncia la disponibilità della comunità ecclesiale all’accoglienza. Cento famiglie apriranno le loro case per ospitare cento atleti che soggiorneranno ad Arezzo senza costi aggiuntivi. Il secondo obiettivo è trasformare il Centro San Michele in una sorta di Info Point, un centro di accoglienza per tutti, atleti, accompagnatori, coach, famiglie ecc. Il gioco di squadra si trasforma così in un gioco di comunità.
Prendono poi la parola Paolo Ignesti, presidente regionale del Coni, Mirella Ricci, vicepresidente della Provincia di Arezzo, e l’assessore del Comune di Arezzo Marco Donati.
Paolo Lucattini chiude con un’immagine: “Immaginate cosa significa rendere colorata la nostra città. Le bandiere di Special Olympics, gli atleti, da Corso Italia a piazza Grande, poi una battuta di Roberto Benigni”. E infine il giuramento che ogni atleta Special Olympics, in tutte le parti del mondo, pronuncia prima di cominciare i giochi: “Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze”.
Anche TSD vuole esserci. Ma come? Negli Special Olympics il vero spettacolo, la sfida più avvincente, non si gioca in campo. È nella straordinaria capacità di questi atleti di trasformare la fragilità in forza, la determinazione in energia. È una sfida interiore e un gioco di squadra, perché intorno a ciascuno di loro c’è una rete di persone che si mette in gioco, senza limiti. Sapremo raccontare tutto questo? Che almeno si possa tentare con tutte le nostre forze!
Special Olympics: ad Arezzo i giochi nazionali estivi
Interviste a Paolo Lucattini, direttore regionale di Special Olympics Italia, e a Paolo Ignesti, presidente regionale del Coni. Servizio di Riccardo Ciccarelli. TSD Notizie del 20 novembre 2012.