Le due metà di una mela, puntata n. 55
Mappe. Spunti per comprendere dove siamo
giovedì 17 gennaio alle 19.30 e alle 21.20
Crotti e Magni, Anima Gemella Cercasi. Come trovare il partner ideale attraverso l’analisi della scrittura. Sostengono gli autori che “La scrittura è personale, unica e riconoscibile, ed è un preciso indicatore degli stati d’animo e della psicologia di chi scrive. È un modo di esprimere la propria personalità, e dunque, se si hanno gli strumenti per comprenderla,può rivelare molti aspetti del carattere. Anche nella scelta del partner può essere importante l’analisi della scrittura, per conoscerne le caratteristiche di fondo e comprendere se la coppia potrà “funzionare”. Questo libro analizza la scrittura dell’uomo e della donna, e propone test grafologici che consentono di far emergere gli aspetti salienti del carattere di entrambi i partner, così da poter stabilire se la coppia è ben “assortita”, oppure se le due personalità sono destinate a scontrarsi”.
Fatta salva l’idea che nella scrittura si manifesta molto della nostra personalità, c’è invece molto da dubitare sul concetto di “anima gemella”. Ma da dove è nata questa espressione?
Cominciamo da un antico mito, raccontato da Platone in un bellissimo e complesso dialogo che si chiama “Simposio”, un banchetto dove si beve assieme – moderatamente , discutendo di un argomento. In questo caso si discute di Eros, amore, e ciascuno riporta la sua opinione in proposito. Aristofane racconta che in principio esistevano esseri androgini, in cui la natura maschile e femminile era intrinsecamente unita. In quanto tali, essi erano autosufficienti e talmente potenti da suscitare l’invidia degli dei. Zeus quindi li divide in due, rendendoli mancanti. Da allora ogni metà va in cerca dell’altra metà, spinta da Eros che tende a ricomporre l’unità originaria.
È un mito potente ma ambiguo. Ben interpretato è quasi una analogia del “saranno una sola carne”. Ma se frainteso porta alla banalità “romantica” di ritenere che l’amore sia il ritrovarsi perfetto di due metà fatte per combaciare esattamente tra di loro, due metà di una mela da ricomporre.
Nella prima fase dell’innamoramento tutto appare facile, l’altro/a appare perfetto/a nella sua combinazione con noi. In realtà tutto è così perfetto perché non ci siamo innamorati dell’altro, ma della nostra immagine dell’altro. Poiché questa immagina l’abbiamo creata noi, è chiaro che corrisponde perfettamente alle nostre aspirazioni. Il principio di realtà poi si impone poco a poco, ed allora siamo al bivio: o accettiamo che l’altro è altro, cioè irrimediabilmente diverso da noi, pur e attraverso l’amore che ci lega, oppure azzeriamo l’esperienza e ripartiamo daccapo, convinti che un nuovo innamoramento e un nuovo inizio ci possano ridare quell’impressione di perfetta combinazione. Più che amore per l’altro diviene così amore per l’amore, per la sensazione che ci riempie e dà significato alla vita.
Quando si fraintende in tal modo l’innamoramento ne nascono illusioni e correlative delusioni. Lo scrittore Javier Mariàs ha avuto buon gioco nello smontare il mito di un amore predestinato: “Innamorandosi, tanti si sentono come destinati l’uno all’altro. Quasi che tutto fosse avvenuto per magia. Ma non è che una bella favola. In realtà, moltissimo dipende da fattori prosaici, tipo: dove abitiamo, che posti frequentiamo, chi è libero – cioè non accoppiato in quel momento. L’innamoramento è una lotteria di fine estate, dove i partecipanti sono pochi e giocoforza si accontentano degli scarsi premi rimasti. Siamo spesso sostituti di persone che l’altro ha perduto. O che non è riuscito a conquistare. Agli occhi dell’altro incarniamo la nostalgia di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato” (si veda Gli innamoramenti: una coppia benestante di Madrid è ammirata da una donna che li vede ogni giorno al caffè. Hanno due bambini, sono belli e felici. Ma la storia finirà male.
Il punto è che hanno torto sia Crotti-Magni che Mariàs: l’incontro con l’altro non è né l’illusione delle due metà di una mela nè la delusione che nasce dalla insostenibilità dell’errore. È la realtà di un incontro che ha una storia, un luogo, dei limiti, delle potenzialità e la capacità di condividere le diversità.
Per approfondire:
Platone, Simposio 189D-193E
Kierkegaard, Atti dell’amore
Lucia Tombolini, Giuseppe Miti, La coppia in lite. Come superare i conflitti e ritrovare l’intesa, Franco Angeli
Giuditta Sheraa, Anime gemelle. Un amore infinito. Il segreto per riconoscere la vera anima gemella
Aldo Carotenuto, L’anima delle donne: Per una lettura psicologica al femminile
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