Dal sito del Patriarcato Latino di Gerusalemme, l’intervista di Amélie de La Hougue a Wael Suleiman, direttore di Caritas Giordania
AMMAN – Dopo aver visitato ieri 200 famiglie di rifugiati nella parrocchia di Zarqa in Giordania, il Cardinal Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, apre questa mattina i lavori dell’Assemblea annuale di Caritas MONA (Medio-Oriente e Africa del Nord) ad Amman. Uno dei temi affrontati in queste due giornate (20-22 febbraio) sarà quello dell’accoglienza dei rifugiati siriani in Giordania (380 000 finora) nella quale la Caritas gioca un ruolo essenziale. Wael Suleiman, direttore della Caritas Giordania, risponde alle nostre domande sulle sfide della situazione attuale e del futuro.

Giordania, campo dell’Unhcr per i profughi siriani
Quali sono i maggiori bisogni dei 75 000 rifugiati che la Caritas Giordania accoglie attualmente ?
I rifugiati accolti dalla Caritas hanno bisogno di tutto. Assolutamente di tutto. Arrivano in Giordania senza niente ed hanno bisogno del nostro aiuto e del nostro sostegno fino a quando potranno ritornare nel loro Paese.
Come la Caritas si sta organizzando per quanto riguarda il tempo, lo spazio e le risorse umane di fronte all’afflusso dei rifugiati ?
Siamo una grande famiglia, una grande confederazione ed i nostri partner sono sempre presenti per aiutarci ad accogliere questo numero sempre più grande di rifugiati attesi nei prossimi mesi. Per quanto riguarda le risorse umane, stiamo mobilitando più personale, ma le nostre vere risorse in questa crisi vengono anche dai nostri volontari. Alla Caritas abbiamo da 12 anni un programma chiamato “programma dei volontari” che ci permette di avere delle persone di grande qualità. Essi vedono il loro lavoro come una missione per la quale lavorano con noi in tutti i centri, sostenendo ed amando ogni fratello e sorella che soffre. Per quanto riguarda lo spazio disponibile, devo ringraziare in modo molto speciale la nostra amata Chiesa ed i nostri sacerdoti nelle diverse regioni della Giordania: tutti sono aperti a noi e facilitano la missione della Caritas affinché ci possiamo preparare al meglio a ciò che ci attende.
Viste le difficoltà che incontrate, cosa si aspetta dall’Assemblea annuale della Caritas?
Condividere ed ascoltare. E pregare per una vera pace nella nostra amata regione. La riunione non tratterà solo questa questione dei rifugiati perché è una Conferenza MONA (ndr.: Medio Oriente e Nord Africa) e ci sono anche altre questioni da concludere nella regione. Ma sicuramente questo sarà un momento per parlare insieme di questa situazione.
Come immagina i prossimi mesi per la Caritas, le altre organizzazioni ed il regno di Giordania ?
Un numero più grande di rifugiati siriani continuerà ad arrivare in Giordania. Attendiamo fino a 300 000 persone nei prossimi sei mesi. Cerchiamo di essere pronti, come Caritas, e naturalmente anche con le altre organizzazioni. La Giordania è un paese con delle risorse limitate, ma con un grande cuore ed una chiara visione della missione, continueremo ad accogliere il popolo siriano. La prossima settimana aprirermo un nuovo campo a Zarqa: l’apertura di un terzo campo è anche possibile.