Tanti biturgensi sono intervenuti a Palazzo delle Laudi, a Sansepolcro per la consegna della borsa di studio intitolata ad «Angiolino Acquisti» sul tema «La Nonviolenza» vinta dalla dott.ssa Giulia Zurlini Panza. Il premio è promosso dal Comune di Sansepolcro, Assessorato alla Cultura della Pace, Associazione Cultura della Pace, Acli e Associazione Culturale «Angiolino Acquisti». La cerimonia, che ha visto la partecipazione straordinaria di Agnese Moro, figlia di Aldo, è stata aperta dalle chiarine del Gruppo Sbandieratori: «Da grandi padri – ha detto il Sindaco di Sansepolcro, Daniela Frullani rivolta a Giovanni Acquisti, figlio di Angiolino e alla professoressa Moro – nascono grandi figli». Tanti i ringraziamenti da parte di Giovanni agli intervenuti e a chi sta rendendo possibile la realizzazione dell’associazione e del premio.
«Faccio parte – ha detto commosso – di una famiglia che ha cercato di essere sempre ai primi posti quando c’è stato da fare del bene. In tantissimi in questi giorni hanno mostrato grande affetto verso mio padre».
Acquisti ha quindi letto in pubblico il telegramma di saluto inviato dalla presidente della Camera Laura Boldrini che ha rivolto un sincero «ringraziamento e incoraggiamento a coloro che operano per la promozione della Cultura della Pace e della Nonviolenza, elementi indispensabili per la crescita del Paese».
È stata quindi la volta del coinvolgente racconto fatto dalla vincitrice della Borsa di studio Dott.ssa Panza che ha riferito dell’esperienza che sta portando avanti all’interno dell’Operazione Colomba, Corpo Nonviolento di Pace Papa Giovanni XXIII, e di come sia nata la tesi «Gestione dei conflitti: la riconciliazione nei casi Kossovo e Israele-Palestina», discussa presso l’Università degli studi di Modena e giudicata vincitrice dalla giuria del premio presieduta dal Prof. Tonino Drago.
«La nonviolenza non è un concetto filosofico o astratto – ha spiegato tra l’altro Panza – ma per alcune persone è l’essenza più profonda della vita stessa. Lo è per coloro dell’Operazione Colomba, ad esempio, che a Gerusalemme scortano disarmati a scuola i bambini palestinesi . È necessario ribellarsi alla logica dell’odio, affrontando le proprie ferite e comprendendo d’essere ognuno di noi parte integrante ed indispensabile delle risposte. Ognuno di noi infatti è il frutto del bene che ha ricevuto e non bisogna aver paura di impegnarsi per ciò che ha valore».
«In questa serata – ha aggiunto la professoressa Moro soffermandosi sui temi della pace e della giustizia – c’è tanto lavoro, studio, coinvolgimento. La pace e la giustizia sono stati i due temi più importanti della vita di mio padre. Questa democrazia repubblicana, uscita dalla costituente alla quale fu chiamato mio padre, crea un potere diffuso e chiama alla legalità e per questo non piace a tutti. In questi anni mi sono resa conto che quei 55 giorni di prigionia e la morte di mio padre hanno cambiato i valori, dal valore umano si è passati al valore materiale, l’interesse di tanti è stato sostituito con quello di pochi. Esiste ancora oggi quel sogno? – ha domandato Moro – Sì, esiste, esiste in quelle persone come è stato Angiolino e come è Giulia, esempi di un modo migliore di stare insieme».
Il presidente dell’Associazione Cultura della Pace, Leonardo Magnani ha quindi letto la motivazione del Premio e il Sindaco Frullani ha omaggiato a nome della città la vincitrice e la professoressa con un libro e con la medaglia del Millenario del Comune di Sansepolcro, la città fondata 1000 anni fa come nuova Gerusalemme nel nome della pace e della giustizia. Affettuoso riconoscimento anche all’ex assessore Paola Cardelli, a 10 anni dall’intitolazione di Sansepolcro Città della Cultura della Pace avvenuta nel 2003, un’idea compresa nella sua importanza immediatamente dalla professoressa e dai molti aderenti all’associazione.
«I giovani hanno bisogno di riconoscimenti – ha aggiunto ancora Moro – e questa tesi cerca di dare voce alle persone che ne sono i protagonisti tutti i giorni, concretamente. Non esistono i cattivi senza i buoni e l’unica giustizia è quella della memoria. Più anni di galera o una maggiore asprezza della pena contro i colpevoli di quanto è accaduto a mio padre non mi avrebbero dato niente di più».
Tutti i 13 lavori pervenuti per il concorso saranno stampati e conservati presso la Biblioteca di Sansepolcro a Palazzo Ducci del Rosso.