E’ stata definita come una vera e propria “rivoluzione” nell’ambito delle cure territoriali. Parliamo dell’accordo firmato tra l’azienda USL 8 di Arezzo e i medici di famiglia. Un piano triennale che porterà numerosi vantaggi per la salute dei cittadini e per il buon uso delle risorse. Si tratta di un nuovo modo di interpretare l’assistenza ai cittadini, partendo dal basso, dalla vicinanza ai problemi, con il coinvolgimento diretto e prioritario dei medici di famiglia. L’accordo è stato sottoscritto dall’azienda sanitaria e dai sindacati FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani) e SMI (Sindacato Medici Italiani). Un contesto di sviluppo a costo zero che spazia dalla Medicina d’attesa a quella di iniziativa, passando per la nuova Continuità assistenziale. Tanti dunque gli ambiti di intervento, tutti aventi come minimo comune denominatore la prevenzione. Prevenzione attraverso la promozione di corretti stili di vita, individuando le insorgenze di malattie croniche prima della loro acutizzazione e garantendo equità nell’accesso alle cure.
I CONTENUTI GENERALI
1. Il medico di famiglia accetta di non lavorare più da solo, ma in gruppo. Nasce infatti l’Aft (Aggregazione funzionale territoriale), una nuova sigla che rappresenta proprio la struttura di riferimento per il medico di famiglia (medico di medicina generale), nelle 24 ore. Le Aft in provincia di Arezzo sono 13 ed ognuna conta in media 20 medici e circa 20.000/25.000 pazienti. Il medico con il suo gruppo avrà sede operativa in una struttura comune, che potrà essere sia la Casa della Salute o la medicina di gruppo. Il medico, così organizzato, garantirà insieme alla Continuità assistenziale la copertura nelle 24 ore.
2. Non esisterà più il vecchio concetto di guardia medica, con professionisti che nelle ore notturne o nei festivi e prefestivi potevano intervenire senza alcun riferimento clinico e senza alcun legame territoriale. Spazio alla Continuità assistenziale (C.A.). I medici della C.A. saranno parte integrante della Aft di riferimento. Progressivamente avranno accesso anche alle reti informatiche per conoscere il percorso clinico dei pazienti. Tutto questo consentirà di avere una conoscenza concreta del paziente stesso, in ogni momento.
3. Con l’invecchiamento della popolazione, crescono anche le malattie croniche. E, purtroppo, negli anni si sono associate anche le diseguaglianze sociali nella possibilità di curarsi. Grazie a questo accordo, i medici di famiglia hanno accettato definitivamente di passare dalla medicina di attesa a quella di iniziativa, intercettando, con campagne mirate e personalizzate, i bisogni dei cittadini. Si creeranno delle banche dati per cui i pazienti saranno monitorati. Sarà per loro stilato un programma di controllo e cura. Chi non lo osserverà, sarà richiamato.