“Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.
E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.
Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.”
Così Luca, nel Vangelo di oggi (9,28b-36) descrive la Trasfigurazione di Gesù Cristo. Oggi, 6 agosto, ricorre la festa che celebra l’episodio biblico nella quale il Figlio di Dio manifestò la sua gloria a Pietro, Giacomo e Giovanni.

Basilica della Trasfigurazione,
Monte Tabor (Israele)
La tradizione vuole che il monte a cui fa riferimento il brano del Vangelo sia il Monte Tabor, in Galilea (Israele). Qui sorge il santuario dedicato alla Trasfigurazione di Gesù, affidato alle cure dei francescani della Custodia di Terra Santa. La chiesa è stata costruita dall’architetto romano Antonio Barluzzi tra il 1919 e il 1924, nel luogo dove si pensa Gesù si sia trasfigurato, anche se i Vangeli non parlano specificatamente del Tabor e qualcuno pensa che la Trasfigurazione possa essere avvenuta sul monte Ermon o sul Carmelo. La scena della Trasfigurazione è realizzata sull’abside in un mosaico dorato che insieme alle lastre di alabastro sul tetto ha trasformato in cifra architettonica l’esplosione di luce descritta dai Vangeli.
Proprio un anno fa, in occasione del pellegrinaggio in Terra Santa guidato dall’arcivescovo Riccardo Fontana, i giovani della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro hanno provato l’esperienza della “salita al monte” di cui parla il Vangelo, percorrendo a piedi la strada del Monte Tabor fino alla Basilica che sorge sulla cima. “Il Monte ha proprio questo ruolo nella Scrittura: è il luogo privilegiato per incontrare Dio – aveva spiegato Don Andrea Lombardi, assistente dell’Azione Cattolica Toscana e guida spirituale del gruppo. “Questo è importante per dei giovani che hanno il desiderio di riscoprire la propria fede, ma anche il proprio cammino di vita”.