Una lettera inviata dal Comune di residenza ai neo diciottenni nati in Italia da genitori stranieri, per comunicare la possibilità di esercitare il diritto di diventare cittadino italiano a tutti gli effetti. Questa una delle novità per le seconde generazioni previste dal cosiddetto “decreto del Fare” e appena entrate in vigore dopo la conversione in legge e la pubblicazione, in Gazzetta ufficiale. Un intervento circoscritto, lontano dalla riforma al centro del dibattito in questi mesi, ma che comunque semplifica il cammino verso la cittadinanza dei figli dell’immigrazione nati e cresciuti in Italia o quantomeno ne riduce le lungaggini burocratiche. In che modo? È presto detto. Ai neo diciottenni che chiedono di diventare italiani non saranno più ”imputabili eventuali inadempimenti riconducibili ai genitori o agli uffici della Pubblica Amministrazione” potendo dimostrare “il possesso dei requisiti con ogni idonea documentazione”. Tradotto al di là del linguaggio burocratese, eventuali “buchi” nell’iscrizione all’anagrafe non potranno più bloccare l’esercizio del diritto di cittadinanza per i figli di immigrati.
Qualche minore può infatti sparire dai registri dei residenti perché la famiglia si è trasferita e non lo ha comunicato subito al nuovo Comune, ma ciò non toglie che intanto il bambino sia rimasto comunque in Italia, requisito indispensabile per diventare, un giorno, italiano.
E così, recependo un orientamento già previsto da una circolare del ministero dell’interno e dalle sentenze dei giudici, ora la legge prevede che, quando i certificati storici di residenza non bastano, si possono presentare altri documenti. È il caso, per esempio, di certificati medici o attestati scolatici che dimostrino che, anche se non si era iscritti all’anagrafe, comunque si viveva all’interno del territorio italiano.
Novità che riguardano da vicino il territorio della Provincia di Arezzo. L’Aretino, infatti, è ai vertici regionali per la percentuale di minori stranieri sul totale della popolazione immigrata. Non a caso il Comune di Arezzo aveva precorso i tempi. L’invio della lettera ai neo 18enni, di seconda generazione, era già stato introdotto dal 2011.
Il IV Rapporto sull’immigrazione in Provincia di Arezzo, “Vivere insieme”, evidenzia come quasi un cittadino straniero residente su due abbia un età compresa tra i 18 ed i 39 anni (46,7%); oltre uno su cinque è minorenne (21,3%). In particolare, sono oltre 5mila i ragazzi nati in Italia da genitori stranieri e residenti nel territorio aretino, ovvero, il 13% del totale degli stranieri presenti.
Ragazzi che ora potranno far valere i propri diritti con minori difficoltà, nel Paese che li ha visti nascere e crescere.
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