Mentre non si placano le polemiche attorno a Guido Barilla e al suo intervento circa le scelte di comunicazione e di marketing della propria azienda, c’è chi ne approfitta per delle mosse pubblicitarie astute quanto prevedibili.
Protagonista uno storico marchio nato nell’Aretino, anche se del nostro territorio oggi conserva ben poco. È il caso della Buitoni che, in risposta all’intervento di Barilla e alla sua predilezione per la famiglia naturale, ha pubblicato sul proprio profilo Facebook la frase “A Casa Buitoni c’è posto per tutti”, lasciando sottintendere che l’azienda di proprietà della Nestlè ha una filosofia ben diversa da quella di Barilla. Tra l’altro, ad accompagnare il tutto, c’è proprio una bella immagine proveniente da Villa Fatti sulle colline di Sansepolcro.
Francamente, fa un po’ tristezza pensare che il dibattito sulla famiglia quest’oggi in Italia finisca per ridursi ad una mera questione di marketing, specialmente in un periodo in cui la crisi economica ha costretto gran parte dei nuclei familiari a ridurre i consumi alimentari.
La vicenda ha assunto ormai i contorni del grottesco e del paradossale, come ha messo in evidenza Francesco D’Agostino, in un editoriale pubblicato su Avvenire:
La recentissima bufera mediatica che ha coinvolto in una trasmissione radiofonica Guido Barilla, accusato di “omofobia alimentare” solo per aver dichiarato che la sua azienda ha come punto di riferimento principale la famiglia fatta da un padre e una madre, è davvero esemplare, anche per l’evidente mancanza di senso del ridicolo da tutte le parti: da parte di coloro che hanno immediatamente stigmatizzato le dichiarazioni del noto industriale, invitando i consumatori a boicottare i suoi prodotti, da parte dei suoi concorrenti, che si sono inseriti nella vicenda diffondendo comunicazioni ufficiali “gay friendly” nei loro siti (dando così un’ulteriore prova di quanto non pochi produttori siano interessati più che a difendere i “nuovi diritti” degli omosessuali a coltivare una nuova e molto rilevante fetta di mercato) e anche un po’ da parte di Barilla che ha ritenuto di dover chiedere scusa (ma di che cosa?).