Gli avvocati di Licio Gelli Raffaello Giorgetti e Gianfranco Ricci Albergotti hanno presentato oggi il ricorso al tribunale del riesame per il dissequestro di Villa Wanda, la dimora dell’ex venerabile gran maestro della loggia P2 . Il provvedimento di sequestro preventivo nei confronti della villa, firmato dal gip Annamaria Loprete su richiesta del pm Roberto Rossi, era scattato dieci giorni fa dopo l’inchiesta sul mancato versamento di imposte all’Agenzia delle entrate per 17 milioni di euro da parte della famiglia.
Gelli è indagato per reati fiscali dalla procura di Arezzo assieme alla moglie Gabriella Vasile, ai figli Maurizio, Maria Rosa e Raffaello, e ad un nipote, Alessandro Marsilli. Il reato è di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.
Nel 1998 l’Agenzia delle Entrate di Arezzo entrò in possesso di un testamento olografo di Licio Gelli, trovato da autorità di polizia giudiziaria francesi: qui hanno radice gli accertamenti che hanno portato ora al sequestro di Villa Wanda. Il testamento, spiega la Guardia di finanza, attestava sue significative disponibilità patrimoniali in territorio estero, nonché di documentazione comprovante il sostenimento di spese a favore dei tre figli, per rilevantissimi importi, ben superiori ai redditi dichiarati.
I finanziari hanno accertato come la famiglia Gelli, già nel 2007, consapevole dei rilevanti debiti da pagare all’Erario, avesse pianificato una serie di atti e negozi giuridici fittizi per svestirsi della proprietà di ‘Villa Wanda’.