Tredici giorni di coma farmacologico. Poi un mese e mezzo di ospedale. Lesioni interne che le hanno portato via un pezzo di fegato, danneggiato un rene e il pancreas. Un serie di operazioni chirurgiche che hanno anche messo in sicurezza la colonna vertebrale danneggiata. Tutto questo a seguito di un incidente stradale causato da un cinghiale sbucato all’improvviso sull’asfalto. Uno dei tanti, ma in questo caso “sono viva per miracolo, e se nell’estate del 2012 non ho perso la vita è solo per la prontezza dei soccorsi e la capacità dei medici dell’ospedale di Siena”. Sono parole di Lucia Gallai, la cittadina aretina investita appunto da un cinghiale mentre era passeggera in moto, sbalzata via dall’urto con l’ungulato sulla strada che collega San Sepolcro a Pieve Santo Stefano in Valtiberina.
“Sono volata in aria e ho battuto violentemente contro un cartello stradale – spiega ancora emozionata malgrado sia passato del tempo – eppure non ho avuto nessun riscontro economico sui danni subiti né dalla Provincia, né dalla Regione, per le quali un cartello di avviso della presenza di animali selvatici basta a mettere al sicuro le persone. Questo è intollerabile, vanno messe in sicurezza le strade limitando le presenza di animali che sbucando dalle selve diventano loro malgrado un pericolo terribile di cui io sono testimone”.
“Questo incidente gravissimo – spiega a sua volta Giampiero Marotta, direttore di Coldiretti Arezzo – che ha colpito una persona che viene da famiglia inserita nel mondo agricolo ma che fa un lavoro di tipo diverso, dimostra ancora una volta come quello degli animali selvatici in soprannumero non è un problema che riguarda soltanto gli agricoltori danneggiati dalle scorribande sui terreni coltivati, ma anche i cittadini della provincia, colpiti direttamente sul fronte della sicurezza stradale”.
In Toscana, e questo è un dato choc, dal 2001 ad oggi sono stati oltre 4.000 gli incidenti stradali causati dagli ungulati secondo i dati della Regione. Cinghiali, caprioli e daini presenti in densità troppo elevate sono quindi una minaccia gravissima per la sicurezza stradale. Le cronache, anche nelle ultime settimane, sono state costellate da una sequenza incredibile di incidenti provocati dall’attraversamento accidentale e maldestro degli ungulati con conseguenza, spesso gravi, sui cittadini e sulla loro sicurezza, denuncia Coldiretti.
Il problema è il numero: sempre secondi i dati forniti dalla Regione sono oltre 350mila i selvatici presenti nella nostra regione tra cinghiali, caprioli, daini, mufloni cervi, lupi e volatili. Il 60-70% dei danni a coltura e produzioni agricole sono imputabili alle scorribande dei cinghiali che da soli rappresentano la metà della popolazione totale di ungulati.
Nelle ultime settimane le segnalazioni di danni a colture ed aziende si sono drammaticamente moltiplicate nell’aretino in Valdichiana, in particolare Monte San Savino, Montagnano, Castiglion Fiorentino, Lucignano, Cortona, ma anche in Val di Chio, nel Casentino e nel basso Valdarno.
“I piani di prelevamento vanno rivisti così come è necessario attivare, la dove la presenza è reiterata, abbattimenti straordinari in difesa delle produzioni – spiega i infine Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana – la resistenza e sopravvivenza dell’agricoltura in particolari aree della nostra regione è messa a repentaglio con frequenza quotidiana ormai dalla presenza degli ungulati che distruggono in poche ore mesi di fatica ed investimenti. Occorre riportare in equilibrio la presenza della fauna”.