Oltre 23mila istituzioni no profit in tutta la Toscana, pari all’8 per cento su scala nazionale. La crescita rispetto a 10 anni fa è stata netta: più 30 per cento. 40mila gli addetti impegnati, oltre 400mila i volontari (Dati: 9° censimento dell’industria e dei servizi). E poi Arezzo, con oltre 100 le Associazioni di promozione sociale, 74 cooperative e 300 associazioni di volontariato (Dati: Registri Regione Toscana). Questi i numeri del terzo settore in Regione e nell’Aretino.
Realtà impegnate soprattutto in campo culturale, nell’assistenza sociale, nella sanità. Ma come sta il no profit ai tempi della crisi?
“Per quanto riguarda il nostro ambito, quello del volontariato sociale, non abbiamo ancora dati ufficiali – spiega Leonardo Rossi, presidente del CESVOT di Arezzo, in un’intervista a TSD – ma l’impressione è che ci sia stata una crescita nel numero di associazioni che si sono iscritte ai nostri registi. È il segno che la crisi economica non sta scoraggiando le diverse forme di volontariato, tutt’altro. C’è ancora voglia di mettersi in gioco e aiutare gli altri”.
Secondo i promotori del manifesto nazionale “Fiducia e nuove risorse per la crescita del Terzo settore”, sottoscritto dalle più importanti associazioni di categoria e fondazioni bancarie, il terzo settore continua ad essere un pilastro della nostra economia e società. Dall’altra parte, non mancano alcuni allarmanti segni di sfiducia, che si traducono in una minore propensione agli investimenti e in una ridotta progettualità. E allora cosa chiedere alle istituzioni?
“Non vorremmo considerare le istituzioni come semplice ‘contraltare’ – evidenzia Rossi – . L’importante riforma dell’articolo 118 della Costituzione ha introdotto il principio di ‘sussidiarietà’, che ci spinge a responsabilizzarci. Il nostro rapporto con la politica non è un rapporto di ‘contrapposizione’, chiediamo solo una maggiore attenzione. Ad esempio, la legge 266 del 1991 che ha regolato sin qui il volontariato inizia ad essere datata e si dovrebbe iniziare a parlare di una riforma”.
PER APPROFONDIRE: