Questa settimana “Mappe” offre una puntata speciale: ospitiamo Marta Triggiano, una giovane ma esperta di interventi umanitari. È per noi una importante occasione per più di un motivo: da un lato infatti c’è l’interesse per una conoscenza più approfondita del Medio Oriente (che spesso è sulle pagine dei giornali ma non necessariamente questo è sufficiente per dirci di essere informati).
Dall’altro lato è anche un momento di riflessione per capire come un giovane studente di una città di provincia possa ritrovarsi dentro scenari internazionali complessi. Allargare lo sguardo è sempre importante, anche per quanti di noi magari rimangono nella propria città. Qui riportiamo una anteprima del suo intervento: ma seguiteci in tv e su Internet, dove sarano
presentati anche foto e video.
Marta Triggiano:
Ho sempre studiato le lingue e mi hanno sempre affascinato culture diverse, in particolar modo quelle che sono più vicine a noi; quelle dei migranti che sono tra di noi. Non è stato facile capire cosa fare dopo il liceo; fino all’ultimo anno la spinta di scegliere medicina era forte. Alla fine mi è sembrato di fare una non-scelta, rifugiandomi in quello che vedevo più
come una passione che come una professione: lo studio delle lingue e di qualcosa che avesse a che fare con l’intercultura e l’ambiente internazionale.
Certo è che la scelta di studiare arabo, all’inizio abbastanza casuale, non mi è mai sembrata una cosa “esotica” come appare a molti. Il mondo arabo è a due passi, solo dall’altra sponda del mare, e la cultura e civiltà arabe sono cugine, sorelle, a volte persino gemelle delle civiltà e culture europee. Insieme allo studio della lingua araba ho iniziato a scoprire una cultura, una religione, una storia, una letteratura affascinanti. Sono stata prima in Tunisia per un breve periodo e poi sono finita in Siria, nel 2008, per approfondire, questo era l’obiettivo, lo studio dell’arabo. I soli 6 mesi in cui sono stata in Siria mi hanno cambiato la vita, perlomeno quella professionale: da un lato il Medio Oriente mi ha in qualche modo conquistata, e dall’altro ho scoperto la realtà dei rifugiati, dei migranti forzati.
Da quel momento, la mia scelta lavorativa ha iniziato a definirsi: essere un operatore umanitario, lavorare per proteggere e assistere le vittime dei conflitti, soprattutto in Medio Oriente.
Negli anni successivi ho fatto volontariato e poi lavorato in Libano, in Italia e in Giordania. In particolar modo, negli ultimi 2 anni ha lavorato con l’ONG italiana “Un ponte per…” per i rifugiati siriani in Giordania.
Tutte le puntate di Mappe disponibili e scaricabili sul sito: www.tsdtv.it/mappe/
Si può intervenire nel blog di Mappe: www.tsdtv.it/blog/blog-mappe/