La notizia era già nota a tutti da tempo. Ma Papa Francesco ha aspettato il 5 gennaio per dare l’annuncio ufficiale. A 50 anni esatti dallo storico abbraccio a Gerusalemme tra Paolo VI – primo Pontefice a tornare in Terra Santa, dopo San Pietro – e l’allora Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Atenagora, Bergoglio si rivolge alla folla di fedeli riuniti in Piazza San Pietro per l’Angelus domenicale e annuncia: “Fratelli e sorelle, nel clima di gioia, tipico di questo tempo natalizio, desidero annunciare che dal 24 al 26 maggio prossimo, a Dio piacendo, compirò un pellegrinaggio in Terra Santa. Scopo principale è commemorare lo storico incontro tra il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora, che avvenne esattamente il 5 gennaio, come oggi, di 50 anni fa.” La storica visita di Paolo VI in Terra Santa, primo viaggio internazionale di un Papa nell’era contemporanea, fu deciso da Papa Montini ad appena sei mesi dall’elezione, in profonda consonanza con il Concilio Vaticano II che si sarebbe concluso l’anno successivo.
E proprio per commemorare quell’abbraccio che ha cambiato la storia della Chiesa, segnando la fine della “guerra fredda” tra Roma e Costantinopoli, Papa Francesco pregherà insieme all’attuale Patriarca della Chiesa d’Oriente, Bartolomeo I. “Presso il Santo Sepolcro celebreremo un Incontro Ecumenico con tutti i rappresentanti delle Chiese cristiane di Gerusalemme, insieme al Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli”, ha spiegato il Pontefice.
Un viaggio di tre giorni, che partirà dalla Giordania, per spostarsi poi nei Territori Occupati Palestinesi ed arrivare infine alla Città Santa e divisa: “Le tappe saranno tre: – ha precisato Bergoglio – Amman, Betlemme e Gerusalemme.” A differenza dei suoi predecessori – Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI – Francesco non metterà piede in Galilea: un’ipotesi già circolata nelle scorse settimane sui media israeliani, suscitando lo stupore e la delusione di molti.
“Fin da ora – ha chiesto il Papa – vi domando di pregare per questo pellegrinaggio, che sarà un pellegrinaggio di preghiera.”
In un’intervista telefonica per Radio Vaticana, mons. William Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme dei Latini, ha commentato: “Aspettiamo un nuovo spiraglio da questa visita, nelle relazioni con gli ortodossi, con i musulmani e con gli ebrei. La personalità particolare di Papa Francesco ci fa sperare nella realizzazione di queste aspettative. Stiamo preparando questa visita che senz’altro sarà storica”. “Questo Papa ci sorprenderà!” ha dichiarato mons. Shomali. “Noi contiamo sullo Spirito Santo e sulla collaborazione di Papa Francesco con tutte le ispirazioni dello Spirito Santo per aprire veramente strade nuove nelle relazioni ecumeniche ed interreligiose.”
All’annuncio di Papa Francesco “tutte le campane hanno cominciato a suonare a Betlemme e a Gerusalemme“: lo ha dichiarato Padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, sempre a Radio Vaticana. “Già, immagino, cominceranno i preparativi, con tante discussioni sul protocollo, ma credo che la cosa importante sia che la gente, soprattutto la gente che il Papa ama tanto, è piena di gioia“, ha commentato. “Le speranze sono che la comunità cristiana, che è molto piccola e fragile – qui in tutta la Terra Santa – e composta anche da tante Chiese diverse, si possa ritrovare unita nel cuore ed anche nell’azione, in occasione della visita del Papa.”
Per quanto riguarda l’ultima, recente missione del Segretario di Stato Usa, John Kerry, in Medio Oriente, Padre Pizzaballa si è detto in attesa “di un cambiamento, con molto realismo però e con poca fiducia, che questo possa accadere nel breve termine.”
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