Mario Checcaglini prosegue l’impegno dell’associazione di categoria a difesa del caro bollette prospettato di fronte alla razionalizzazione del processo dei rifiuti.
Confesercenti si fa quindi portavoce dei commercianti e dei titolari delle imprese, scrivendo una lettera a tutti i sindaci dei comuni della Provincia, primo fra tutti il Sindaco Giuseppe Fanfani.
In vista dell’incontro tra tutti i sindaci convocato da Fanfani per la prossima settimana, l’associazione di categoria di via Fiorentina ha inteso rivolgere un appello affinché in forma unanime i sindaci esprimano un secco “no” agli aumenti prospettati dal nuovo piano tariffario. L’appello di Checcaglini è quello “di portare avanti una battaglia a difesa degli interessi della comunità e del territorio per evitare aumenti che appaiono ingiustificati”. Checcaglini inoltre ha chiesto un incontro a Fanfani nel quale una delegazione di operatori, intende far partecipe il primo cittadino delle difficoltà che le imprese si troverebbero ad affrontare laddove le bollette continuino ad aumentare.
“A Fanfani e a tutti gli altri sindaci – spiega il direttore di Confesercenti – abbiamo chiesto di farsi interprete della crescente ostilità nei confronti del piano di riorganizzazione dello smaltimento dei rifiuti che prevede, subito in fase di avvio, una consistente crescita delle tariffe ai comuni perciò ai cittadini e alle imprese”.
“Un aumento tariffario – prosegue Checcaglini – insopportabile a prescindere. La prolungata crisi che colpisce imprese e famiglie non consente di caricarle di ulteriori costi. Riteniamo ingiustificato l’aumento anche perché non si prospetta nessun miglioramento del servizio e, questione non secondaria, i rifiuti in conseguenza dei risparmi delle famiglie sui consumi stanno ovunque diminuendo in quantità consegnata ai cassonetti”.
Checcaglini auspica che dall’incontro tra i Sindaci emerga, un secco “no” agli aumenti prospettati dall’autorità di ambito, pronunciato in coro da tutti. “Aumenti – spiega Checcaglini – che siano tra il 20% e il 30%, come indicati da alcuni sindaci, o del 5% come puntualizzato dall’assessore Dringoli, ma in ogni caso, per Confesercenti inaccettabili. Dalla razionalizzazione sia le famiglie che le imprese si aspettano una riduzione delle bollette”.
Il “no” infatti per Confesercenti è dettato da una semplice motivazione: “non è tollerabile che un processo immaginato come razionalizzazione, utile a creare economie di scala, perciò avviato per concentrare in teoria eliminare gli sprechi – a questo doveva servire l’accorpamento del servizio tra le realtà di Arezzo-Siena-Grosseto – si traduca, immancabilmente, in un aumento dei costi per i comuni e di conseguenza per gli utenti. Sembra che si stia ripercorrendo ciò che è avvenuto con la riorganizzazione del servizio idrico a seguito del quale, accorpamento, concentrazione hanno di fatto, tutt’oggi, portato la città di Arezzo a pagare tariffe tra le più alte in Italia e i cittadini si domandano ancora il perché”.
“L’impressione – conclude Checcaglini – è che talvolta le Autorità di bacino, come sono definite dalle leggi che l’hanno istituite, servano solo ad ‘allontanare’ dai cittadini il luogo dove vengono decise le tariffe e perciò diano luogo a quegli incrementi tariffari che i sindaci avrebbero difficoltà a fare per la pressione quotidiana nei loro confronti dei cittadini. Per questo, facciamo appello alla sensibilità di Fanfani e dei suoi colleghi affinchè insieme proseguano la ‘battaglia’ necessaria a dire un secco no agli aumenti che appaiono ingiustificati”.