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Papa Francesco ai familiari vittime di mafia: “Spero che il senso di responsabilità che abbiamo vinca sulla corruzione”

21/03/2014 / Michele Francalanci / Blog, Featured, Notizie, Papa Francesco
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“Non ci sono vittime di serie A e vittime di serie B, parenti di serie A e parenti di serie B”. A precisarlo è stato don Luigi Ciotti, che questo pomeriggio, in attesa del Papa, ha aperto la veglia di preghiera per le vittime di tutte le mafie, in corso nella parrocchia romana di Gregorio VII. Tra le personalità istituzionali presenti, il presidente del Senato Pietro Grasso e la presidente della Commissione nazionale antimafia, Rosy Bindi. In prima fila, però, ci sono i circa 1.000 familiari delle vittime della criminalità organizzata, in tutte le sue forme. “I veri protagonisti oggi sono i loro nomi”, ha detto il fondatore di “Libera” riferendosi all’ossatura portante della veglia: la lettura del lungo elenco delle vittime che hanno insanguinato l’Italia. “Vivere questo momento così intenso è già un grande dono che possiamo condividere insieme”, ha detto don Ciotti. Alla veglia è presenta anche mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina, dove domani si svolgerà la diciannovesima edizione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, promossa dall’associazione Libera e Avviso Pubblico.

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È arrivato con qualche minuto di ritardo, poco dopo le 17.30, Papa Francesco, davanti all’ingresso della parrocchia romana di san Gregorio VII, a poche decine di metri da Casa Santa Marta e dall’ingresso del Perugino. Durante tutto il tragitto la folla presente in chiesa, gremita fino all’inverosimile, l’ha applaudito in piedi. Sono circa un migliaio i familiari delle vittime delle mafie che lo accolgono, in rappresentanza dei circa 15mila che hanno subito la perdita di un loro caro per mano della violenza mafiosa. Tra di loro, i parenti di don Pino Puglisi, la famiglia di don Giuseppe Diana, Rosaria Costa, vedova di Vito Schifani, uno dei tre ragazzi della scorta di Giovanni Falcone, e Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso. È la prima volta che un Papa partecipa ad un raduno di “Libera”, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti: oggi sono qui i rappresentanti territoriali e di alcune delle 1.600 associazioni che la compongono, e siedono accanto ai rappresentanti istituzionali che hanno aderito all’iniziativa. La veglia di preghiera di oggi, durante la quale verranno letti i nomi delle vittime di tutte le mafie, si tiene alla vigilia della XIX Giornata della memoria e dell’impegno, che si svolgerà domani a Latina, dove si ritroveranno migliaia di persone, soprattutto giovani, provenienti da tutta Italia
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per partecipare a seminari, laboratori e spettacoli sui temi della legalità e dell’impegno civile contro le mafie.

Per contrastare la mafia, “è necessario uno scatto da parte di tutti”, per “ridare alle persone speranza, dignità e virtù”. Lo ha detto don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, nella parte finale del suo saluto al Papa. Servono, ha detto, “politiche sociali, posti di lavoro, investimenti sulla scuola”. Soprattutto, serve “una politica veramente al servizio del bene comune”, ha affermato, salutato da un applauso. Oltre al “rafforzamento della confisca e all’uso sociale dei beni della mafia”, per don Ciotti “occorre tutelare, incentivare il percorso coraggioso dei testimoni di giustizia, che antepongono la voce della coscienza ai rischi della denuncia”. “Non si può essere cittadini a intermittenza”, ha ammonito il sacerdote, “non si può essere cristiani da salotto, come ci dice Papa Francesco”. Poi don Ciotti ha citato una frase di Saveria Antiochia, madre di una delle vittime del “martirologio” di oggi: “Quando ti uccidono un figlio, sparano anche su di te. Oggi hanno sparato su di me”. “È come se avessero sparato su di noi, sentiamo che hanno sparato su di noi”, ha commentato don Ciotti. “Il 21 marzo, primo giorno di primavera – il suo auspicio – si apra una primavera di giustizia, di speranza e di perdono”. “Grazie di essere venuto!”, ha detto al Papa.

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“Il desiderio che sento è di condividere con voi una speranza: che il senso di responsabilità che abbiamo vinca sulla corruzione”. È il primo auspicio espresso dal Papa, nel discorso rivolto ai familiari delle vittime della mafia, al termine della veglia svoltasi questa sera nella parrocchia romana di san Gregorio VII, alla presenza di oltre un migliaio di persone. Dopo aver ringraziato don Ciotti e gli organizzatori dell’iniziativa, i padri francescani a cui è affidata la parrocchia e monsignor Crociata, vescovo di Latina, dove si svolgerà la Giornata di domani, il Papa ha citato “le coscienze”, come luogo dove “deve risuonare” tale senso di responsabilità: “I comportamenti, le relazioni, le scelte, il tessuto sociale così che la giustizia guadagni spazio, si allarghi, si radichi e prenda il posto dell’iniquità”. “So che voi sentite forte questa speranza e voglio condividerla con voi”, ha detto Papa Francesco, assicurando che sarà “vicino” ai presenti a Latina, “anche se non ci sarà fisicamente”. “È un cammino che richiede tenacia e perseveranza”, ha aggiunto.

Fonte: AgenSir

 

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