“L’Amore fa fiorire la speranza nel deserto”. Con queste parole Papa Francesco si è rivolto ai 150.000 fedeli presenti in Piazza San Pietro per il tradizionale messaggio “Urbi et Orbi”, al termine della Messa di Pasqua. Il Pontefice ha invocato la fine di ogni guerra e ostilità nel mondo e consolazione per tutte le persone in sofferenza.
Un appello che non si è limitato a ricordare le tragiche situazioni che interessano alcuni Paesi del mondo, dalla Siria all’Ucraina, ma che ha voluto far riferimento «ad ogni situazione umana», dai migranti ai cristiani perseguitati e sequestrati alle singole condizioni esistenziali, mettendo al centro proprio il significato della Pasqua.
“Cristo è risorto, venite e vedete! E’ la Buona Notizia per eccellenza, alla base della nostra fede e della nostra speranza”, ha ricordato Francesco.
“Se Cristo non fosse risorto – ha spiegato Bergoglio – il Cristianesimo perderebbe il suo valore; tutta la missione della Chiesa esaurirebbe la sua spinta, perché è da lì che è partita e che sempre riparte”.
“In Gesù, l’Amore ha vinto sull’odio, la misericordia sul peccato, il bene sul male, la verità sulla menzogna, la vita sulla morte”. Questo, ha sottolineato il Papa, il messaggio che i cristiani portano al mondo.
Francesco ha poi evidenziato come “in ogni situazione umana segnata da fragilità, peccato e morte, la Buona Notizia non sia soltanto una parola ma una testimonianza di amore gratuito e fedele”.
“E’ uscire da sé per andare incontro all’altro – ha aggiunto il Santo Padre – è stare vicino a chi è ferito dalla vita, è condividere con chi manca del necessario, è rimanere accanto a chi è malato o vecchio o escluso…”
Secondo il Pontefice dunque “questa è la gioiosa certezza nel cuore” di ogni cristiano:
“l’Amore è più forte, l’Amore dona vita, l’Amore fa fiorire la speranza nel deserto”.
Il Papa ha quindi invocato il Risorto: “Aiutaci a cercarti affinché tutti possiamo incontrarti, sapere che abbiamo un Padre e non ci sentiamo orfani; che possiamo amarti e adorarti”.
“Aiutaci – ha chiesto – a sconfiggere la piaga della fame, aggravata da conflitti e da immensi sprechi di cui siamo spesso complici; a proteggere gli indifesi, specie bambini, donne, anziani, a volte sfruttati e abbandonati; ad assistere i fratelli colpiti dall’epidemia Ebola in Guinea Conakry, Sierra Leone e Liberia o affetti da tante altre malattie, diffuse anche per l’incuria e la povertà estrema”. “Consola – ha aggiunto Francesco – quanti sono lontani dai propri cari, strappati ai loro affetti, come i sacerdoti e laici sequestrati; conforta i migranti, che hanno lasciato le proprie terre per sperare in un futuro migliore, vivere con dignità e professare liberamente la fede. Ti preghiamo, Gesù glorioso, fa’ cessare ogni guerra, ogni ostilità grande o piccola, antica o recente!”.
Jorge Mario Bergoglio non ha dimenticato i Paesi percorsi da conflitti e discordie, in particolare la Siria, perché quanti soffrono “possano ricevere i necessari aiuti umanitari”.“Le parti in causa – ha affermato – non usino più la forza per seminare morte, soprattutto contro la popolazione inerme, ma abbiano l’audacia di negoziare la pace, ormai da troppo tempo attesa!”.
E ancora il Papa ha chiesto di confortare le vittime delle violenze fratricide in Iraq, di sostenere la ripresa dei negoziati tra Israeliani e Palestinesi e perché si fermino gli scontri nel Centrafrica, gli attentati terroristici in Nigeria, le violenze in Sud Sudan, e perché gli animi “si volgano alla riconciliazione” in Venezuela.
Poi, un pensiero speciale all’Ucraina: “Perché tutte le parti interessate, sostenute dalla Comunità internazionale, intraprendano ogni sforzo per impedire la violenza e costruire, in uno spirito di unità e di dialogo, il futuro del Paese”.
Infine, una preghiera per il mondo intero:
“Per tutti i popoli della Terra ti preghiamo, Signore: tu che hai vinto la morte, donaci la tua vita, donaci la tua pace!”.
fonte: news.va
foto: CTV