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Gerusalemme, la Pasqua “su questa Terra sopraffatta dall’odio”

21/04/2014 / Redazione / Blog, Terra Santa
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“Ti preghiamo, Gesù glorioso, fa’ cessare ogni guerra, ogni ostilità grande o piccola, antica o recente! […] Ti supplichiamo, in particolare, per la Siria, l’amata Siria, perché quanti soffrono le conseguenze del conflitto possano ricevere i necessari aiuti umanitari e le parti in causa non usino più la forza per seminare morte, soprattutto contro la popolazione inerme, ma abbiano l’audacia di negoziare la pace, ormai da troppo tempo attesa! Gesù glorioso, ti domandiamo di confortare le vittime delle violenze fratricide in Iraq e di sostenere le speranze suscitate dalla ripresa dei negoziati tra Israeliani e Palestinesi.”

Come sempre, c’è anche il Medio Oriente nelle preghiere e nelle parole di Papa Francesco, in occasione della benedizione Urbi et Orbi per la Santa Pasqua. L’ennesimo appello alla pace e alla difesa dei più deboli. Il medesimo appello che, nelle stesse ore, veniva lanciato dal cuore della Terra Santa, nell’omelia del Patriarca Latino di Gerusalemme Fouad Twal, durante la Santa Messa di Pasqua nella Basilica del Santo Sepolcro: “Oggi facciamo nostra la protesta di Marta e di Maria: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto» (Gv 11,21-32).”

“Signore, – invoca il Patriarca – se tu fossi stato con noi, le nostre famiglie cristiane non sarebbero disperse ed emigrate in tutto il mondo, le nostre città non sarebbero saccheggiate e distrutte, le nostre chiese non sarebbero profanate! E i nostri cuori non sarebbero lacerati e malati, i nostri vescovi e sacerdoti rapiti e imprigionati!! […] Perdonaci, Signore, per la nostra poca fede! […] Vieni a guarirci! Siamo come sballottati dalle onde turbolente e violente di questo mondo […] Che la tua Risurrezione sia anche la nostra. Che la Tua Pasqua si levi come Luce su questa Terra sopraffatta dalla divisione, dalla violenza, e dall’odio. Preghiamo, fratelli e sorelle, affinché il Signore, che è «la Risurrezione e la Vita», ci liberi dalla paura, dal dubbio, dall’odio e dalla nostra mancanza di speranza.”

Mentre i cristiani – cattolici ed ortodossi – celebravano la Pasqua all’interno della Basilica, pochi passi più in là venivano registrate le ennesime violenze sulla Spianata delle Moschee: decine di fedeli musulmani sono rimasti feriti, contusi o intossicati nel corso di nuovi scontri con la polizia israeliana. Anche due ufficiali israeliani sono rimasti feriti dai lanci di pietre e di blocchi di cemento, accompagnati da petardi.  Ad esasperare gli animi sono state le misure cautelative imposte dalla polizia, che negli ultimi giorni ha limitato l’ingresso  alla Spianata ai musulmani di oltre 50 anni di età, per evitare tensioni in occasione della Pasqua ebraica.

E mentre il conflitto quotidiano prosegue tra le strade di Gerusalemme, non accenna a migliorare la situazione dei negoziati di pace. Alla luce dello stallo delle trattative con Israele, i leader palestinesi stanno prendendo in considerazione l‘ipotesi di sciogliere l’Anp (Autorità nazionale palestinese) creata dopo gli accordi di Oslo (1993). Lo ha detto un membro del Comitato esecutivo dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), Hanna Amira. Sabato 26 aprile, a Ramallah, si terrà in merito una consultazione “decisiva”, due giorni prima della scadenza dei nove mesi di trattative concordati nel 2013 con gli Usa. Lo scioglimento dell’Anp farebbe della Palestina un Paese occupato, che potrebbe così esercitare nei confronti dell’occupazione israeliana una pressione legale e internazionale.

“Se Abu Mazen vuole andarsene, non lo tratteniamo”, ha commentato il ministro dell’Economia israeliano Naftali Bennett, leader del partito nazionalista Focolare ebraico. Sul versante politico opposto la leader del partito pacifista Meretz, Zahava Galon, ha messo in guardia dalle ripercussioni di uno sviluppo del genere, fra cui “un immediato aggravamento dell’occupazione militare israeliana nei Territori” ed un accresciuto isolamento internazionale dello Stato ebraico.

 

Foto in evidenza: Patriarcato Latino di Gerusalemme

 

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