Non era semplice conciliare la memoria di un evento tragico, come ciò che accadde nel campo di concentramento di Oswiecim, con una manifestazione di gioia e festa quale la Giostra del Saracino di Arezzo.
Nonostante l’alto tasso di difficoltà, Marcellina Ponzo è riuscita a dar vita al progetto grafico per la Lancia d’oro della 129esima edizione della rievocazione storica aretina.
L’artista savonese, residente ad Alassio, ha vinto il consueto Concorso per la realizzazione dei bozzetti, che dalla carta vengono intagliati nel legno dall’abilità del maestro Francesco Conti.
“Da una manica della divisa del campo di concentramento, stretta dal filo spinato, sorgono due figure umane”, spiega l’artista.
“Sono due sopravvissuti circondati da rami di ulivo, simbolo di pace, che si stringono in un abbraccio. Una delle due regge la testa all’altra per tranquillizzarla e proteggerla”.
“C’è gioia – evidenzia l’autrice del bozzetto – ma anche tristezza per tutti quelli che lì hanno perso la vita. Un abbraccio con tutto il significato che può avere di affetto, solidarietà, incoraggiamento, ma anche un monito per non dimenticare mai“.
La chiave interpretativa scelta dalla signora Ponzo è stata quindi quella di non evidenziare simboli di morte, preferendo l’abbraccio di due sopravvissuti al momento della liberazione del campo.
La Lancia d’oro, presentata alcuni giorni fa nella sala del Consiglio comunale di Arezzo, propone una dedica particolarmente importante per la città. Da una parte la celebrazione del settantesimo anniversario dalla Liberazione di Auschwitz, dall’altra il gemellaggio che unisce il comune polacco ad Arezzo.
Proprio in virtù di questo forte rapporto che unisce le due città, una delegazione della cittadina polacca sarà presente alla Giostra di San Donato.
Fino al giorno del torneo cavalleresco l’ambito trofeo rimarrà custodito nella Cattedrale aretina, ai piedi dell’Arca di San Donato, in attesa di conoscere quale sarà il quartiere che porterà la Lancia d’oro nella propria rastrelliera.