Da una parte c’è un’Arezzo che per i più disparati motivi (disaffezione, protesta, delusione) ha scelto di non scegliere, disertando le urne. Dall’altra c’è una fetta di Città che ha potuto votare solo simbolicamente, ma ha fatto riscoprire agli aretini la bellezza della partecipazione.
È forse questo il risultato più importante dell’iniziativa “Qui vivo, qui voto”, organizzata dall’Associazione culturale del Bangladesh e da Anci Toscana. 427 le persone che lo scorso 31 maggio si sono presentate al seggio “virtuale” allestito in Piazza San Jacopo. Cittadini che vivono, lavorano e pagano le tasse qua ma non possono partecipare alla vita democratica.
In queste ore, si è svolto lo spoglio dei voti. E il responso non ha riservato sorprese: anche per i cittadini stranieri Matteo Bracciali e Alessandro Ghinelli sarebbero dovuti andare al ballottaggio. Da segnalare il risultato di Maria Cristina Nardone, unica donna tra i nove candidati a Sindaco, accreditata di una percentuale superiore al 10%.
Ma l’impegno dei volontari di “Qui vivo, qui voto” non finisce qui. La sfida è tenere alta l’attenzione sul tema della partecipazione alla vita democratica dei migranti regolarmente residenti. Un tema che non riguarda soltanto Arezzo o l’Italia, ma l’intera Europa.
E in un’epoca di frontiere chiuse e muri alzati, parte da Arezzo un messaggio in controtendenza che racconta un’integrazione possibile partendo dalla partecipazione.
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