Rondine è un piccolo borgo alle porte di Arezzo dove l’ideale prende vita e si fa reale. Oggi più che mai i diciotto anni di vita della cittadella della pace sono forieri di un importantissimo traguardo. A Roma, nella Nuova Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari, alla presenza, tra gli altri, del presidente di Rondine, Franco Vaccari, dall’arcivescovo Riccardo Fontana, del Segretario Generale CEI Mons. Nunzio Galantino e di Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, si è svolta la presentazione del rapporto annuo 2014. Nell’occasione, Marina Sereni, vicepresidente della Camera dei Deputati, ha quindi annunciato la candidatura di Rondine e del suo Studentato internazionale al premio Nobel per la pace. “Ci vuole più coraggio per il dialogo che per la guerra – ha detto Sereni – dobbiamo scommettere che i nostri governanti abbiano lo stesso coraggio dei ragazzi che passano due anni a Rondine e imparano dal vissuto quotidiano il significato del dialogo.
I rappresentanti delle Rondini d’oro, che sono in totale 160 ragazzi, hanno sottolineato l’importanza del passaggio di testimone, basato sulla speranza, ai nuovi studenti a cui affidano questa responsabilità.
Vaccari ha poi messo in evidenza il principio di trasparenza che viene portato avanti da Rondine. “Siamo onorati di questa candidatura, ma in un certo modo a noi piace il conflitto – ha sottolineato Vaccari – nel senso che ci piace decostruire, smontare il concetto di nemico; l’idea di nemico è una costruzione abominevole che deve essere abbattuta – ha proseguito Vaccari – il nemico lo vediamo ovunque, non solo nell’altro, perché siamo tutti portatori sani di inimicizia. C’è allora bisogno dei beni immateriali che questi ragazzi producono. Come ha poi stigmatizzato Ken Hackett, ambasciatore USA presso la Santa Sede: “In ogni parte del mondo i giovani chiedono una società migliore, produttrice di pace; solo i giovani hanno il coraggio di questo cambiamento”.