Sono 2 milioni le prestazioni che potrebbero saltare in tutta Italia per lo sciopero generale di 24 ore dei medici del Servizio Sanitario Nazionale, in programma mercoledì 16 dicembre. Tra queste, anche quelle offerte dall’Asl8 di Arezzo, che aderisce alla manifestazione nazionale indetta dai sindacati in difesa del servizio sanitario pubblico, del diritto alla salute e della pari dignità dei pazienti nelle diverse realtà regionali, contro i tagli alle prestazioni previste dal governo.
E mentre i leader dei sindacati medici si ritroveranno a Roma per un sit-in all’ospedale San Camillo, i camici bianchi aretini incroceranno le braccia. Come ricorda una nota stampa diffusa dalla Asl8, che si scusa anticipatamente con gli utenti per gli eventuali disservizi, lo sciopero interesserà la dirigenza medica, veterinaria, sanitaria, tecnica, professionale ed amministrativa.
Saranno assicurate tutte le attività essenziali e le emergenze, mentre l’attività ambulatoriale programmata, inclusa quella di laboratorio, resta un’incognita, essendo legata alla libertà del singolo dipendente di aderire o meno allo sciopero. I pazienti che hanno prenotato una prestazione nella giornata di mercoledì, dovranno comunque recarsi agli ambulatori agli orari stabiliti: nel caso in cui non possano usufruire della prestazione, dovranno chiedere al Cup un nuovo appuntamento. Anche per quanto riguarda i liberi professionisti non sono garantiti i servizi di prenotazione, riscossione e fatturazione.
La questione sanità sarà uno dei temi caldi dell’assemblea interregionale di Cgil, Cisl e Uil, che si terrà giovedì 17 dicembre al Mandela Forum di Firenze. Alla vigilia dell’approvazione della proposta di legge regionale di riordino della sanità, i sindacati toscani lamentano un mancato confronto con i soggetti sociali. “Come sono stati spesi i 7 milioni di euro che tra 2014 e 2015 la Regione ha ripartito alle aziende sanitarie per risolvere il problema delle liste d’attesa?”, chiedono le tre sigle. “Sono stati diminuiti i posti letto negli ospedali – rilanciano i sindacati – ma non sono stati attivati i 1604 percorsi post ospedalieri che erano stati previsti, con un finanziamento di oltre 2 milioni e 500 mila euro.”
Cgil, Cisl e Uil chiedono “una seria verifica di come nei territori si sta rispondendo ai bisogni di salute e di assistenza dei cittadini, come garantito dai protocolli condivisi con la Regione.”