Individuare i criteri di “non adeguata informazione” dei risparmiatori, senza escludere l’ipotesi di non inserirne nessuno nel decreto sui rimborsi, lasciando tutto alla discrezionalità degli arbitri nominati presso l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, che valuterebbero quindi caso per caso. Sarebbe questo il nodo “politico” ancora non risolto che rallenta l’emanazione del provvedimento ministeriale, e del successivo decreto della presidenza del Consiglio, per gli indennizzi alle vittime del cosiddetto “decreto salva-banche”. A riportarlo è un lancio agenzia dell’Ansa.
Ieri pomeriggio, ospite di Barbara D’Urso nella trasmissione di Canale 5 “Domenica Live”, il premier Matteo Renzi ha dichiarato: “Chi è stato truffato riavrà i soldi fino all’ultimo centesimo”. Discorso diverso per chi “ci speculava sopra”, ha detto il presidente del Consiglio, facendo riferimento a chi investiva “scientificamente” in subordinate sui cui “prendeva l’interesse al 7%” per “avere più soldi”.
“Nessun conto corrente è stato toccato”, ha ribadito il premier, che, senza citarle direttamente, ha parlato anche delle BCC: “Con le nuove regole europee, non si può continuare ad avere le singole banchettine dove ciascuno fa il banchiere: bisogna stringere, metterle insieme”, ha dichiarato il premier, aggiungendo: “Nei prossimi dieci anni ci sarà una riduzione delle oltre 300mila persone che lavorano in banca e delle filiali, perchè la rivoluzione tecnologica porta ad avere un meccanismo diverso. Meno banche, più solide.”