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Brexit, quali conseguenze per l’economia aretina?

24/06/2016 / Redazione / Featured, Notizie

“Al momento le conseguenze della decisione di uscita dall’Unione Europea sono di non facile quantificazione, sopratutto in considerazione dell’incertezza che caratterizzerà il futuro processo di rinegoziazione dei rapporti istituzionali ed economici tra Regno Unito e UE. Rilevanti saranno comunque le ripercussioni dal punto di vista finanziario. Le prime indicazioni provenienti dai mercati borsistici mondiali, caratterizzate da diffusi e accentuati ribassi dei listini, ne sono una conferma”. A parlare è Andrea Sereni, presidente della Camera di Commercio di Arezzo, all’indomani del risultato del referendum inglese, che segna l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

“Certamente quello che allarma ulteriormente – prosegue Sereni – sono i possibili effetti emulativi che potranno interessare, a macchia di leopardo, gli altri paesi dell’Unione. Meno preoccupanti appaiono le ricadute sull’interscambio commerciale tra Regno Unito ed Italia: complessivamente i flussi verso la Gran Bretagna rappresentano soltanto il 5,4% sul totale export italiano (22 miliardi di euro) contro, ad esempio, il 13% della Germania e l’11% della Francia. Una situazione non dissimile da quella regionale dove la percentuale dell’export sale al 5,5%”.

“Per quanto riguarda la nostra provincia – sottolinea il segretario generale Giuseppe Salvini – i flussi di merci verso il Regno Unito, nel 2015, si sono attestati a 377 milioni di euro (5,6% del totale). In particolare esportiamo metalli preziosi (125 milioni di euro), moda (68 milioni di euro), apparecchiatura elettriche (49 milioni di euro), oreficeria e gioielleria (38 milioni). Questo quadro sarà certamente condizionato, nel breve termine, dalla svalutazione della sterlina, cosa che renderà meno competitivi i nostri prodotti. Nel medio, lungo termine invece potrebbe penalizzare l’export italiano anche l’eventuale reintroduzione delle barriere tariffarie e non tariffarie, barriere che peraltro interesseranno anche la stessa mobilità dei lavoratori”.

“Una trasformazione – continua Salvini – interesserà probabilmente anche i flussi turistici provenienti dalla Gran Bretagna, quarto paese di provenienza a livello nazionale e quinto a livello regionale (3,2% del totale e 412.448 turisti arrivati nel 2015). Anche in questo caso l’eventuale prolungata svalutazione della sterlina nei confronti dell’euro con conseguente modifica del potere di acquisto, potrebbe incidere sulle scelte dei britannici riguardo alle destinazioni turistiche”.

“Una immediata conseguenza per il nostro settore orafo deriva certamente dallo stato di incertezza che i mercati internazionali stanno facendo registrare in questo frangente, incertezza che sta spingendo verso l’alto le quotazioni dell’oro, tradizionale bene rifugio, condizionando pesantemente le scelte di acquisti dei buyer internazionali e quindi dei consumatori. Queste primissime valutazioni troveranno una prima conferma nelle prossime settimane, cruciali per delineare prospettive e esiti a medio termini del pronunciamento anti Unione Europea degli elettori britannici”.

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