“Dissento da tali comportamenti e mi adopererò sempre per la tutela della festa e dei principi che sottendono allo svolgimento della manifestazione e degli eventi a suo corollario, questo nell’interesse esclusivo della Giostra, dei Quartieri tutti e della città“. Con queste parole il presidente dell’Istituzione Giostra del Saracino di Arezzo Franco Scortecci punta il dito contro i gesti intimidatori rivolti nei confronti del quartiere di Porta Sant’Andrea.
Ore di forte tensione quelle vissute, in questi giorni, dal popolo bianco-verde. Prima le scritte minacciose comparse all’esterno della sede di via delle Gagliarde, rivolte al giostratore bianco crociato Enrico Vedovini e all’intero quartiere.
Poi, il coltello da cucina lasciato cadere a terra da due individui fuggiti a bordo di un motorino, di fronte agli occhi di alcuni sostenitori di Sant’Andrea che si trovavano nel piazzale a pochi passi dalla sede.
Gli incresciosi episodi potrebbero essere ricondotti a quanto accaduto il giorno della Giostra di San Donato, lo scorso 18 giugno, quando durante il passaggio del corteggio storico in Corso Italia, di fronte alla chiesa di San Michele, ci furono degli scontri che coinvolsero prevalentemente quartieristi di Porta Sant’Andrea e Porta Crucifera.
“Prendo dolorosamente atto degli atteggiamenti perpetrati da sconosciuti – dichiara Scortecci in una nota stampa – che in questo momento minano nelle fondamenta la tradizione e la cultura della Giostra del Saracino; una festa di popolo che accomuna i quattro quartieri nella disputa di un torneo. Disputa per un premio che non ammette divisioni tra tifoserie secondo modelli tipici degli stadi di calcio“.
Intanto, il quartiere guidato dal rettore Maurizio Carboni ha deciso di procedere per vie legali.
“Considerata la gravità dei fatti che si sono susseguiti – si legge in un comunicato ufficiale – il Quartiere di Porta Sant’Andrea provvederà a sporgere denuncia presso le autorità competenti a cui sarà fornito ogni elemento utile alla individuazione dei responsabili“.