Una lampada simbolo di dialogo ecumenico tra le comunità cristiane; una fiamma che continuerà ad ardere fino a quando cattolici, anglicani, luterani e ortodossi non si saranno riuniti in un’unica Chiesa.
La candela è quella conservata all’interno della chiesa di San Pietro a Pieve a Presciano, una delle perle nascoste del territorio aretino, nel comune di Pergine. Ad accenderla, nel 2000, sono stati i rappresentanti delle diverse comunità cristiane.
Da allora, a controllare che quella fiamma non si spenga è il diacono Rodolfo Valorosi Massai: “Quando l’abbiamo accesa pensavo che sarebbero passati tanti anni prima che avremmo potuta spegnerla. Oggi sono molto più fiducioso, grazie agli enormi passi in avanti fatti nel dialogo ecumenico“.
Una Pieve che guarda al futuro quella di Pieve a Presciano, ma con radici antiche: “Questa era la chiesa madre del territorio che va da Civitella fino a Levane compreso – spiega Valorosi Massai -. La fondazione probabilmente è paleocristiana, anche se della struttura delle origini è rimasto ben poco. L’edificio attuale risale a metà dell’800, dopo un intervento del pievano Salimbeni“.
Tra i pezzi pregiati conservati nell’edificio sacro, l’altare maggiore che proviene dalla Basilica di San Lorenzo a Firenze. Purtroppo, interventi post conciliari un po’ affrettati lo hanno “mutilato” della parte inferiore.
Altre opere da segnalare, il dipinto della Natività della Vergine (1675) di Giovan Battista Biondi.