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Rapporto Chilcot, Patriarca Sako: “L’intervento in Iraq del 2003 ha scatenato l’inferno in cui stiamo vivendo”

10/07/2016 / Redazione / Blog, Terra Santa

L’intervento armato del 2003 in Iraq con cui la coalizione a guida occidentale ha abbattuto il regime di Saddam Hussein “ha scatenato la spirale infernale in cui oggi siamo immersi”. Per questo il Rapporto Chilcot, pubblicato nei giorni scorsi e mirante a ricostruire gli scenari e l’origine del coinvolgimento dell’esercito di Londra in quella guerra, “rappresenta un passo positivo, perché è importante riconoscere gli errori del passato, per non commetterli di nuovo”.

Louis Sako

Il Patriarca caldeo Louis Raphael I Sako

E’ quanto afferma all’Agenzia Fides il Patriarca caldeo Louis Raphael I Sako in merito al documento prodotto dalla Commissione d’inchiesta presieduta da Sir John Chilcot, che nei giorni scorsi ha documentato l’inopportunità e la illegittimità dell’azione militare contro il regime iracheno decisa in quell’occasione dal governo britannico guidato da Tony Blair. L’ex premier britannico, davanti ai risultati dell’inchiesta condotta dall’istituzione in quasi sette anni, si è difeso sostenendo che oggi “ci troveremmo in una posizione peggiore se non fossimo intervenuti”.

Ma secondo il Primate della Chiesa caldea, basta guardare la realtà dei fatti senza occhiali ideologici per misurare la totale inattendibilità di tale affermazione: “Abbiamo un Paese distrutto, quattro milioni di profughi solo dall’Iraq, conflitti che stravolgono la Siria e lo Yemen. I cristiani in Iraq prima di quella guerra erano un milione e mezzo, adesso sono meno di mezzo milione, e molti di loro vivono da rifugiati lontano dalle proprie case. Non c’è lavoro, le economie di interi Paesi sono a pezzi, le istituzioni paralizzate, patrimoni culturali millenari sono stati distrutti. Mi chiedo con quale faccia si possa dire che quella guerra ha rappresentato un bene per il Medio Oriente”.

Secondo il Patriarca caldeo, anche la patologia jihadista che sta facendo soffrire interi popoli è in qualche modo un effetto collaterale dell’invasione militare dell’Iraq del 2003: “Nel vuoto che si è creato – rimarca il Primate della Chiesa caldea – i jihadisti hanno trovato spazio per far attecchire la loro proposta ideologica ancora più aberrante, quella dello Stato islamico. E viene da lì anche la deriva settaria che avvelena tutta la convivenza. Basti pensare che adesso, le presunte ‘soluzioni’ ai conflitti in corso puntano a cantonizzare l’Iraq e altre aree del Medio Oriente su base settaria”.

Secondo il Patriarca Louis Raphael, uno dei fattori che hanno alimentato il conflitto del 2003 e la gestione sconsiderata del dopo-guerra è stata l’astrattezza ideologica con cui si propagandava la guerra come levatrice della democrazia. “Quello verso la democrazia, i diritti e le libertà è un cammino lungo e faticoso, come mostra proprio la storia dell’Europa e dell’Occidente. La pretesa di importare tali valori in maniera meccanica, senza rispettare i tempi e le caratteristiche culturali dei nostri popoli, ha contribuito a alimentare il disastro in cui siamo immersi”.

Nel 2003 Giovanni Paolo II e la Santa Sede espressero con forza la propria contrarietà a quell’intervento militare, considerandolo una scelta sbagliata e gravida di conseguenze devastanti. “I circoli occidentali – ricorda oggi il Patriarca Louis Raphael – avevano esaltato il Papa come un loro ‘alleato’ contro il comunismo, ma quando ha detto che quella guerra del Golfo avrebbe portato solo disgrazie non lo hanno ascoltato. E’ il destino delle voci profetiche, che il potere cerca di occultare, quando non le può usare. E’ in qualche modo la stessa cosa che è successa a Gesù. Eppure proprio ascoltando quelle voci, possiamo ritrovare anche oggi la strada perduta di una convivenza pacifica, che aiuti a custodire il bene di tutti”.

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