“Le nostre chiese non possono diventare musei. Sono prima di tutto luoghi che accolgono chiunque e anche i tesori d’ arte devono parlare a ogni persona”. Lo afferma l’arcivescovo Riccardo Fontana, in un’intervista ad Avvenire. Da tempo il pastore di Arezzo-Cortona-Sansepolcro si sta impegnando perché nell’ anno in cui si celebra il sesto centenario della nascita di Piero della Francesca possa tornare ad essere visitabile liberamente dai fedeli la Basilica di San Francesco, che conserva gli affreschi della Leggenda della Vera croce. Di proprietà del Ministero dei Beni culturali, oggi gli ingressi alla chiesa sono legati all’acquisto di un biglietto.
“Una Chiesa davvero secondo il Vangelo non può che avere la forma di una casa accogliente – afferma Fontana”, sul quotidiano della Conferenza episcopale italiana. “Le chiese, le parrocchie con le porte chiuse non si devono chiamare chiese, si devono chiamare musei”. Fontana poi sottolinea: “Non possiamo consentire che sia limitato in maniera inaccettabile l’ ingresso alla Basilica che tra l’ altro ha una delle Porte Sante giubilari”.
L’Arcivescovo definisce l’opera di Piero un “capolavoro di evangelizzazione”, una rappresentazione universale del “catechismo cattolico”, chiaramente riconoscibile a tutti.
Fontana conferma anche che si sta per sbloccare la situazione legata alla Madonna del Parto di Monterchi. La sua nuova “casa” sarà la cappella del monastero di San Benedetto, per il quale però ora occorre trovare i fondi per i lavori di ristrutturazione.