Il Comune di Arezzo si costituirà parte civile nell’ipotesi di rinvio a giudizio degli amministratori coinvolti nel fallimento di Banca Etruria. È stata approvata all’unanimità dal Consiglio comunale aretino la delibera di iniziativa popolare, accompagnata da circa 400 firme, promossa da un gruppo di cittadini iscritti a Possibile, formazione politica nata a Roma nel giugno 2015 e che fa riferimento a Giuseppe Civati.
Il tribunale fallimentare di Arezzo, con una sentenza dell’11 febbraio 2016, ha dichiarato l’insolvibilità e il fallimento di Banca Etruria consentendo così al pubblico ministero di aprire un fascicolo di indagine per bancarotta nei confronti dei responsabili del dissesto che hanno guidato la banca dal 2013 al 2015. Esistono inoltre altri quattro filoni di inchiesta con le ipotesi di reato: ostacolo alla vigilanza, false fatturazioni, conflitto di interessi e truffa.
È proprio nel caso in cui queste ipotesi vadano a processo, che al Comune di Arezzo è stato chiesto di costituirsi parte civile.
“Adesso l’iniziativa passa nelle mani del sindaco Ghinelli, che deve intraprendere decisamente la strada della ricerca della verità storica e processuale, in modo da contribuire a far emergere tutte le responsabilità“, afferma in una nota stampa il Comitato Arezzo Possibile.
“Riteniamo inoltre fondamentale la facoltà, grazie proprio alla costituzione di parte civile, per cui il Comune di Arezzo entrerà in possesso di tutte le carte e gli atti processuali. Quindi – concludono i promotori dell’iniziativa – una volta terminata la loro rilevanza giudiziale, tutti i documenti entreranno nella disponibilità pubblica consentendo la necessaria ricostruzione storica di quanto accaduto“.