Un fiore di pietra immerso nella campagna dell’alto Casentino. È la Pieve di Romena che da quasi 900 anni sorge nel comune di Pratovecchio, su una collina che apre lo sguardo verso la valle seguendo il percorso dell’Arno, che qui ha ancora le sembianze di un fiumicello.
La pieve, così come la vediamo oggi, fu edificata nel 1152 su una preesistente chiesa romana. Oggi l’edificio è stato dichiarato Monumento Nazionale. Fino a qualche anno fa si trovavano all’interno importanti opere d’arte medievali. Queste sono oggi conservate nella vicina propositura di Pratovecchio. Certo non mancano le bellezze da ammirare, come lo straordinario abside, o all’interno, la luce che filtra dalle bifore e trifore creando una straordinaria atmosfera.
Anche Dante, durante l’esilio, conobbe questo luogo (era ospite dei conti Guidi nel vicino castello), così Gabriele D’Annunzio (che qui scrisse le poesie della raccolta Alcyone). Tra gli ospiti meno desiderati, invece, la frana del 1678, che cancellò la facciata e travolse anche due campate per ogni navata.
Un edificio nato come un faro per i pellegrini che dal Nord Europa si dirigevano verso Roma e diventato poi luogo di preghiera per il mondo contadino. Quindi, il lento spopolamento. Oggi, la Pieve ha ritrovato una nuova ragione di vita grazie alla Fraternità. Un percorso nato con don Luigi Verdi ed iniziato dopo un periodo di crisi personale.
“Avevo chiesto al vescovo di poter venire qui ed aiutare chi era in difficoltà. Per iniziare a farlo ho dovuto anzitutto cominciare a lavorare sulle mie debolezze, cercando di capire da dove iniziava la mia crisi”. Dagli anni ’90, don Luigi ha iniziato a proporre dei corsi “per chi faticava a campare”: da cammini psicologici sul guardarsi dentro, a incontri “per fare pace con Dio” fino a consigli pratici per ricominciare a vivere
Tante le persone, anche con percorsi diversi, che ogni anno sono attirate dall’offerta della Pieve di Romena. Solo per citare alcuni nomi, sono stati ospiti della Fraternità figure come Fausto Bertinotti e Erri De Luca: “Penso ci siano dei valori di fondo su cui ci si può tutti unire, indipendente dal percorso che si è fatto. Questo è un luogo pensato proprio per unire“.