“L’Associazione non è più disposta a tollerare fatti di questo tenore o comportamenti denigratori e diffamatori nei confronti delle vittime di quel tragico 29 maggio“. È la dura, e legittima, presa di posizione dei Familiari delle Vittime dell’Heysel, dopo quanto accaduto in occasione della partita Fiorentina-Juventus dello scorso 15 gennaio quando sono stati rimossi dalle forze dell’ordine, all’esterno dello stadio Franchi di Firenze, adesivi con la scritta «– 39, nessun rispetto», riferibili alle vittime dello stadio Heysel, in quella tragica serata di Bruxelles.
«Attraverso l’avvocato dell’Associazione abbiamo scritto al dott. Andrea Della Valle una lettera formale di richiamo affinché prenda pubblicamente le distanze da quei personaggi che con i loro atteggiamenti infangano la memoria delle vittime dell’Heysel e macchiano l’immagine di una città, Firenze, e di un popolo, i fiorentini, che non meritano di essere associati a questo tipo di becere manifestazioni, afferma il presidente dell’Associazione, Andrea Lorentini.
“Una presa di distanza che non sia solo pubblica – prosegue Lorentini – ma che si espliciti in gesti e atti concreti. La lettera è stata inviata per conoscenza anche al sindaco di Firenze Nardella, al presidente federale Tavecchio, al procuratore federale, al presidente della Lega Beretta, e al Centro di coordinamento dei viola club”.
Quello registrato poco più di una settimana fa non è che l’ennesimo episodio. Proprio per questo l’Associazione non si stanca di proseguire nell’azione di diffondere una cultura sportiva fatta di sani valori: “Offendere le vittime dell’Heysel significa non solo oltraggiare la memoria di quei 39 caduti, ma riaprire una dolorosissima ferita per 39 famiglie. Significa mancare di rispetto a mogli, madri, figli, fratelli che da quel maledetto 29 maggio 1985 hanno visto la loro vita stravolta e distrutta per una partita di calcio“.
“Va da sé – conclude Lorentini – per tutte le menti vuote che in questi giorni hanno commentato sui social la nostra presa di posizione, come bambini dell’asilo Mariuccia, che la nostra battaglia si allarga a tutti quei cori e quelle offese intollerabili, fuori e dentro uno stadio: da Paparelli a Curi, da Superga al Vesuvio.