Dal numero 3 de “La Voce – Toscana Oggi”, l’intervista a Ivo Faltoni amico e confidente del grande Gino Bartali.
Un campione sulle due ruote, un grande uomo di fede nella vita di tutti i giorni, un eroe con una storia segreta da raccontare: sono i tanti volti che hanno caratterizzato la vita di un’icona dello sport italiano, Gino Bartali.
Ivo Faltoni, cortonese doc, amico e confindente del grande Ginettaccio racconta gli aspetti meno conosciuti di Bartali: «Il caso volle che alla vigilia del Giro d’Italia un meccanico si ammalasse.
Sartini face il mio nome direttamente a Bartali, per ricoprire quel ruolo.
Era un impiego duro, che richiedeva di lavorare anche tutta la notte.
Per me poter essere a stretto contatto con un campione di quel calibro era un grandissimo onore».
E passando molto tempo con Bartali, Ivo inizia a conoscere aspetti della sua personalità che andavano ben al di là dell’ambito sportivo: «Scoprì un uomo molto riservato, guidato da una fede incrollabile, particolarmente devoto a Santa Rita. Dopo poco tempo riuscimmo a costruire un bel rapporto, tanto che molto spesso veniva a trovarmi nella mia casa di Terontola».
L’incontro con il Papa e il rapporto con Fausto Coppi
Tra gli episodi che Ivo ricorda con più piacere c’è l’incontro con Papa Pio XII: «Eravamo a Roma per il Giro d’Italia. La mattina presto Gino mi chiese di seguirlo. Arrivammo in Vaticano. Assieme a noi c’era anche Fausto Coppi. Nessuno lo doveva sapere, anche perché a molti faceva comodo pensare che Coppi fosse comunista. All’improvviso venne incontro a noi una figura bianca ed esile, era Papa Pacelli. Mi abbracciò e mi disse: “Mi hanno detto che sei un bravo meccanico e un
uomo di fede”. Io ero emozionatissimo, era la prima volta che vedevo il
Santo Padre di persona».
E proprio il rapporto tra Gino Bartali e Fausto Coppi e l’altro aspetto che Ivo ricorda con più piacere: «In gara c’era rispetto ma nessuno dei due si risparmiava di fronte all’avversario. Nella vita di tutti i giorni, invece, c’era una grande amicizia. Un giorno, poco prima che Coppi partisse per l’Africa dove perse la vita, mi ritrovai a tavola in mezzo ad entrambi. Gino mi disse: “Vedi Ivo, hai realizzato il sogno della tua vita”.
Quando arrivò la terribile notizia della morte di Coppi, Bartali pianse molto. Fu un momento molto difficile».
Quegli “strani” allenamenti durante la Seconda guerra mondiale
Il rapporto tra Ivo Faltoni e Gino Bartali continua anche dopo che il campione abbandona l’attività agonistica.
E tra una chiacchierata e l’altra Bartali racconta al suo fido confidente quei duri allenamenti svolti durante gli anni più difficili della Seconda guerra mondiale: «Partiva in treno da Firenze, scendeva a Terontola e proseguiva per Assisi».
Le maldicenze dicevano che ad attenderlo nel Cortonese ci fosse una bella donna, in realtà la verità era tutt’altra: «Nascondeva documenti falsificati che permisero a centinaia di ebrei e dissidenti politici di non essere arrestati. Erano sotto la sella.
Nonostante i sospetti, gli arresti e le perquisizioni nessuno sarebbe mai riuscito a trovarli».
È stato calcolato che sono più di 800 gli ebrei salvati grazie all’aiuto di Bartali.
«Rischiò la vita per portare a termine quella missione. Ma non raccontò mai nulla alla famiglia. Una volta mi disse: I favori si fanno e poi si dimenticano».
Una storia riemersa soltanto dopo la morte di Bartali, anche grazie alla testimonianza di Faltoni e che è valsa al grande «Ginettaccio» il riconoscimento di «Giusto fra le nazioni».