«Perché si vuole condurre una campagna denigratoria nei confronti di questo luogo?»: parte da questa domanda la significativa riflessione con cui il prefetto di Arezzo Clara Vaccaro torna sulla questione sicurezza e degrado in zona Saione. Con un lungo comunicato, la rappresentante del governo puntualizza – per l’ennesima volta – ruoli e responsabilità dei vari attori coinvolti ed invita le istituzioni a riflettere sui cambiamenti sociali e culturali di cui «le manifestazioni delinquenziali rappresentano, spesso, uno degli ultimi “anelli della catena”.»
A dieci giorni dalla seduta del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica – in cui era stato definito l’intervento congiunto delle forze dell’ordine a fianco della municipale -, il Prefetto ricorda che «pur rischiando di essere annoverate tra coloro che sono catalogati come “tolleranti e buonisti”, le istituzioni hanno l’obbligo di perseguire sempre e comunque il rispetto delle regole».
I controlli agli esercizi commerciali, per esempio, non danno risultati verificabili il giorno dopo; e comunque – sottolinea Vaccaro – se ne stabilisce la chiusura solo per “pericolo per l’ordine pubblico” o per violazione delle norme amministrative. Stessa cosa per le espulsioni, decretate ogni volta che ne ricorrano gli estremi, ma non applicabili ai richiedenti asilo, come stabilisce la legge.
«Cari amministratori, – scrive il Prefetto – la sicurezza si combatte anche con la cultura della legalità, promuovendo la rimozione di quei fattori e condizioni suscettibili di trasformarsi nel terreno di incubazione di fenomeni di criminalità comune e organizzata». «Legalità comprende il rispetto di tutte le regole della civile convivenza», tra cui la “rigenerazione”: non uno strumento, ma «un metodo con cui ci si approccia all’evoluzione di un tessuto edificato», non demolendolo e ricostruendolo. «Significa dare alle città non solo un aspetto nuovo e competitivo, rilanciandone l’immagine a livello estetico, ma dare un nuovo respiro dal punto di vista culturale, economico, sociale e di integrazione».
«Il coinvolgimento degli abitanti e di soggetti pubblici e privati – conclude il Prefetto – è il mezzo per raggiungere l’obiettivo».