Fratelli e sorelle
il Signore ci dia pace
in questo giorno santo!
- La ragione di questo giorno di festa: “Maria, Arca della Nuova Alleanza”
Cari figli di questa nostra Chiesa aretina, da oltre due secoli la Comunità cristiana si raduna in questa Cattedrale per festeggiare l’esperienza degli antenati. Attorno al prodigio della semplice immagine di Maria, che era stata appesa dai Camaldolesi nella cucina dove si offriva qualche cibo ai poveri, si avviò un’esperienza che lega questa Terra d’Arezzo alla Madonna.
In quei giorni lontani, il terremoto, la miseria, l’incertezza del futuro erano prove particolarmente dure. La Madre di Dio, invocata dai più poveri, come ognuno di voi sa, dette un segno prodigioso di ascolto. Il vescovo, mio predecessore, Niccolò Marcacci, pochi giorni dopo l’evento, informò gli altri vescovi della Toscana che Iddio aveva fatto un miracolo: aveva fatto tornare gli aretini alla fede.
Attraverso questa piccola, fragile immagine di Maria si manifesta un tema ben profondo, il rapporto di questa gente con Dio. La Festa della Madonna del Conforto è
l’occasione per ripensare alla propria fede e rileggere l’orientamento di un popolo intero, che pur seguita ad esprimersi con scelte di vita e priorità diverse, con opzioni politiche differenti, con idealità che sono la nostra ragione identitaria.
La Cattedrale e l’immagine della Madonna che vi si conserva sono sul colle, visibili da tutti, e a tutti appartengono senza escludere nessuna persona o aggregazione.
Il mio grande predecessore, il vescovo Agostino Albergotti, nel 1814, propose una rilettura significativa della Madonna del Conforto. Sulla teca, che da allora conserva la fragile immagine della Madonna e che in questi giorni e stata ripresentata a nuova luce, volle fossero incisi due versetti dell’Apocalisse per aiutare gli aretini a non fare solo una commemorazione del prodigio antico, ma a cogliere le opportunità dei nostri gesti, motivati dalle vicende della Madonna del Conforto. Una proposta per leggere al futuro il rapporto con la Madonna, particolarmente invocata come Arca della Nuova Alleanza.
L’immagine biblica dell’Arca conteneva, in Israele , gli strumenti della Salvezza del popolo, che l’antico nostro vescovo ci invita a rileggere nell’immagine di Maria che veneriamo. E’ come dire che il contenuto di questa nuova Arca, raffigurata nella Madonna del Conforto, è Gesù, il figlio di Maria, fonte della nostra salvezza. Il rapporto con la Madonna, se non è accompagnato da un legame forte con Dio, rischia di essere pura esteriorità.
L’antica tradizione della chiesa vuole che non si vada ad un santuario mariano senza l’intento di riconciliarsi con Dio, di rinnovare con gesto sacramentale la nostra comunione con lui e di compiere un’opera di misericordia. L’acqua che, da secoli, viene aspersa sul popolo che arriva davanti alla Madonna del Conforto, e un gesto plastico per dire “ricordati che sei un cristiano, fai la tua parte!”.
“In quell’ora ci fu un grande terremoto puntini di sospensione furono presi dal terrore e dettero gloria al Dio dei cieli puntini di sospensione fu aperto il tempio di Dio e apparve l’arca del suo testamento”[1]. Diciotto anni dopo i ricordati prodigi, il Pastore di questa chiesa, con le parole della Scrittura, ricorda che la Madonna è un punto di riferimento non solo nei terremoti che fanno crollare le case, ma soprattutto in quelli che fanno sobbalzare le coscienze. La Madonna ci insegna anche oggi a non avere paura: a fidarci di Dio. Il popolo animato il popolo, animato dalla fede, e la chiesa non sono messi allo sbando dalle politiche del momento, che comunque passano, anche quando sembrano invincibili.
- La Madonna del Conforto e la dignità della cultura aretina
Napoleone Bonaparte aveva provocato decenni di tormento ad Arezzo. Con la primavera del 14 Aprile 1814 veniva sottoscritto il trattato di Fontainebleau che sanciva la sconfitta dell’imperatore, con le conseguenze a tutti note, anche nelle polemiche aretine. Ancor prima di Waterloo e di Sant’Elena, che decretarono la fine della rilevanza politica napoleonica, sulla teca di legno, rivestita di un sottilissimo strato di argento, Agostino Albergotti ottenne da Papa Pio VII, appena tornato a Roma dopo gli sconvolgimenti francesi, di apporre una piccola corona d’oro, come a dire che tutto passa, ma la fede resta e Dio non abbandona il suo popolo.
L’appariscente cornice che attornia la Madonna esprime assai bene la nostra cultura aretina. Ricchezza ce n’è poca, allora come oggi, in mano a pochissimi, ma dignità ve n’è molta in questa nostra gente, tanto da fare apparire bello il poco che abbiamo. Non sappiamo da quale tavola dei ricchi sia venuto fuori il poco argento usato per rendere luminosa la Madonna del Conforto, ma certamente la sua ricchezza vera e la capacità che ancora oggi ha di ridare fiducia e speranza al nostro popolo. Nella cultura dell’apparenza – una specie di gioco -, al di là del luccichio ottenuto ad arte, uno per uno a quanti da dieci giorni sfilano davanti a questa piccola immagine, la madre di Dio torna a dire “coraggio, sii responsabile, fai la parte tua, che dal male si esce e solo il bene vince!”.
In questi giorni, parlare al popolo di responsabilità é la via del conforto più efficace: significa, ancora una volta, avere la certezza interiore che al mondo ci sono le prove, ma con la fede si riesce a non soccombere. Chiesa aretina esci dal sonno e torna a costruire relazioni positive, che sono la via d’uscita dalle inutili polemiche che avvelenano le cronache. Occorre partecipare, non scoraggiarsi e non tirarsi indietro. In molte case d’Arezzo è ancora rappresentata la Madonna del Conforto. Vorrei che ai mille bambini che hanno aperto la Novena con la loro gioiosa sensibilità, il popolo degli adulti rispondesse sconfiggendo le paure punto anche che appare grande e potente poi passa.
- Identità cristiana nel pellegrinaggio alla Madonna del Conforto
E’ tradizione aretina che il popolo si presenti ogni anno di fronte alla prodigiosa immagine della Madonna. E’ una specie di appuntamento annuale, dove ciascuno trova il tempio di scrutarsi l’anima e di dire alla Madre di Dio: “eccomi, ci sono anch’io”. Mi commuove il gesto del popolo. Ho chiesto che nessuno violi le intimità degli altri con fotografie e registrazioni. So bene che è un momento di Grazia e di confidenza con il Signore. Offrire l’acqua santa ai fedeli, al termine della lunga fila, è un gesto eloquente: è come dire a ciascuno “ricordati che sei stato battezzato: sei un cristiano!”. E’ uso antico che per la Madonna del Confortoc ciascuno si confessi, si comunichi e faccia una pur semplice opera buona verso qualcuno che è nel bisogno: magari senza ricorrere al portafoglio. E’ questa la ragione del grande numero di preti oggi a disposizione dei fedeli. Così si spiega il gran numero di messe che dall’alba a mezzanotte che si celebrano in Duomo.
Credo opportuno aiutare i cristiani che mi sono affidati a ritrovare il modo perché non passi giorno senza che si dedichi tempo alla preghiera.
La Diocesi sta allestendo un piccolo dono, perché gli aretini ogni giorno, all’ora ritenuta più comoda, nel luogo dove uno si trova e senza particolari formalità, siano accompagnati a fare una preghiera: a partire dal Vangelo, verrà offerto un semplice commento, per aiutare a pregare.
Tra breve sarà disponibile sui telefonini una app, perché se vuoi, con l’aiuto dei giovani lettori che volentieri offrono la loro voce brillante, a tutti sia data un opportunità personale di partecipare alla preghiera di tutto il nostro popolo.
Le forme contano poco, il rapporto con il Signore e l’identità di noi cristiani, un modo concreto, come suggerito dal nostro Sinodo, per tornare a riconoscersi nella chiesa di Dio, che è pellegrina in terra d’Arezzo.
Un tempo era compito delle campane invitare alla preghiera. Oggi forse sarà più pratico avvalersi dei social per ottenere lo stesso risultato. Proviamo a cominciare, nella consapevolezza che si tratta di un semplice tentativo, condotto secondo quanto San Paolo raccomandava al suo giovane discepolo: “annunzia la Parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina”[2].
La Madonna, Madre del nostro Conforto, ci aiuti a ritrovare il ponte necessario con Dio per dare significato alla nostra vita quotidiana.
[1] Apocalisse 11, 13-19 passim
[2] II Tim 4,2