Rispondendo alle richieste di chiarimento dei giornalisti legate al Dpcm del 3 novembre 2020, il direttore dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana, Vincenzo Corrado, ha precisato che circa le celebrazioni, il testo precisa nuovamente che anche per le regioni ad alto rischio “l’accesso ai luoghi di culto avviene con misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”. Come già nei precedenti Dpcm viene chiarito che le celebrazioni con la partecipazione del popolo si svolgono nel rispetto del protocollo sottoscritto dal Governo e dalla Conferenza Episcopale Italiana. Nessun cambiamento, dunque. Nelle zone rosse però, per muoversi (e quindi anche per partecipare a una celebrazione o recarsi in un luogo di culto) deve essere compilata l’autocertificazione.