È morta alle prime luci dell’alba del 30 dicembre suor Rosalba Sacchi, già direttrice della Caritas della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e lungo impegnata presso l’Istituto Tevenin con la comunità delle suore vincenziane; aveva 84 anni. Da un paio di anni si era ritirata in una casa di riposo a Roma, la morte è sopraggiunta a seguito di complicazioni causate dal Covid-19 con il quale combatteva da circa un mese. Il funerale, presieduto dall’arcivescovo Riccardo Fontana, viene celebrato giovedì 31 dicembre alle 15.30 nella chiesa di Santa Maria in Gradi ad Arezzo, seguirà la sepoltura nella Cappella privata della sua amata Terrossola (Bibbiena).
L’arcivescovo Riccardo Fontana, in una nota, ha voluto omaggiare suor Rosalba: “La Chiesa Diocesana di Arezzo affida al Signore l’anima benedetta di suor Rosalba Sacchi che ha raggiunto la Gerusalemme del Cielo. Mentre chiediamo suffragi per la degna figlia di San Vincenzo de Paoli, che ha speso in mezzo ai poveri del nostro territorio gran parte della sua vita, invochiamo dal Signore il premio eterno per la sua serva fedele a cui questa Diocesi deve gratitudine per il prezioso servizio reso quale direttore della Caritas Diocesana dal 1997 al 2010.
Alla famiglia religiosa alla quale appartenne e a quella naturale, nella nativa Terrossola, il più forte cordoglio e l’assicurazione della preghiera”.
A questo link è possibile rivedere una nostra trasmissione dedicata al suo impegno pastorale sempre a fianco dei più deboli.
Anche il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza Episcopale Italiana si è unito al cordoglio per suor Rosalba: “Ho appreso con profonda tristezza della scomparsa di suor Rosalba Sacchi. È stata un ‘gigante della carità’ soprattutto nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro dove è stata a lungo direttrice della Caritas diocesana anche durante il mio episcopato. Ha incarnato nel concreto lo spirito evangelico del Buon Samaritano. La ricordo in giro per Arezzo con due borsoni in mano dove aveva beni di prima necessità per i poveri. “Li dono a chi ha bisogno, a chi incontro e mi accorgo che è in difficoltà”, mi diceva. Perché suor Rosalba sapeva davvero intercettare i più poveri, gli emarginati, i dimenticati. Un modello esemplare di Chiesa “in uscita” cara a papa Francesco. Con la sua direzione della Caritas diocesana è stato valorizzato anche il “genio femminile” che, con occhio materno, è capace di scorgere ciò di cui c’è bisogno, come insegna l’attenzione di Maria nell’episodio delle Nozze di Cana. Vorrei ricordare anche il suo impegno per Casa Thevenin, sempre accanto alle madri in difficoltà, ai ragazzi toccati dal disagio, alle donne in situazioni di indigenza. Anche questo testimonia il suo carisma di prossimità. La morte di suor Rosalba mi tocca particolarmente perché è deceduta a causa del Covid. Ho sperimentato anche su me stesso la sofferenza del coronavirus e la solitudine che si porta con sé. Affido suor Rosalba all’intercessione della Madonna del Conforto e a quella di san Vincenzo de’ Paoli alla cui famiglia religiosa suor Rosalba apparteneva. E prego per tutti coloro che sono morti durante questa pandemia o che sono ancora malati per il virus”.