Dal messaggio di Natale del patriarca Fouad Twal la riflessione sul dialogo interreligioso:
1. I 50 anni dal Vaticano II sono un’occasione per farci un esame di coscienza nel nostro dialogo con l’ebraismo e l’Islam. Il seminario che ha riunito, lo scorso aprile, il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e il Consiglio dei Patriarchi Cattolici d’Oriente, ha ricordato che i media, che hanno giocato un ruolo molto importante nelle rivoluzioni arabe, devono essere per i cittadini cristiani un mezzo per assumere il proprio ruolo storico nei rispettivi paesi, con i valori della non violenza e dell’invito al dialogo con gli altri credenti delle altre religioni. Siamo una minoranza ma non ci riduciamo ad una cifra.
2. Le iniziative interreligiose sono state numerose e ringrazio tutti coloro che ne sono stati i protagonisti. Questi incontri, tuttavia, non hanno impedito lo sviluppo di un certo radicalismo religioso. Recentemente, a metà novembre, il Consiglio dei Capi religiosi di Israele si è riunito ad Haifa in presenza del Presidente dello Stato di Israele che ha ricordato che i capi religiosi possono favorire la pace lavorando insieme. Il comunicato finale sottolinea l’importanza del rispetto dei Luoghi Santi e dei cimiteri di ogni religione.
3. Il dialogo interreligioso non può portare i suoi frutti se non attraverso atti di rispetto reciproco. Ribadisco la mia profonda costernazione di fronte a tutte le profanazioni di nostre chiese e conventi, di sinagoghe e moschee, che offendono tutti. Si tratta di affrontare il male alla radice con l’educazione dei giovani in tutte le scuole.