La Chiesa aretina a confronto con l’Ebraismo
di Rodolfo Valorosi Massai
direttore dell’Ufficio ecumenismo e dialogo interreligioso
In occasione della giornata di dialogo tra Cattolici ed Ebrei sarà distribuito un sussidio a tutte le 246 comunità parrocchiali della diocesi. In programma anche un incontro presso l’Istituto Beato Gregorio X di Arezzo, martedì 29 gennaio alle 17.
La giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del Dialogo tra Cattolici ed Ebrei, che si svolge tutti gli anni il 17 gennaio e, precedendo di un giorno l’inizio della settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani, quest’anno ha per tema la riflessione comune sul sesto comandamento non commettere adulterio. Questo cammino anima ormai da 7 anni la giornata Ebraico Cristiana e vuole sottolineare, ha detto Benedetto XVI nella sua visita alla sinagoga di Roma, la comune responsabilità che Ebrei e Cristiani hanno di fronte al decalogo, che il Papa definisce “fiaccola dell’etica, della speranza e del dialogo, stella polare della fede e della morale del popolo di Dio”, e in quanto tale quindi “illumina e guida quindi anche il cammino dei cristiani”. “Non commettere adulterio” riguarda la santificazione del nome di Dio nel patto di alleanza che l’uomo e la donna stringono davanti a lui e che vincola i due sposi consacrati l’uno all’altra e reciprocamente per un amore sessualmente intimo, gioiosamente vissuto con apertura verso la procreazione dei figli, secondo il piano divino della creazione e della redenzione.
“Non farai adulterio” ( esodo 20,14), nella sua concisione, esprime il progetto di dio per i suoi figli e figlie , chiamati a vivere nella santità della vita coniugale resa sacra dall’Eterno.
Così si esprimono monsignor Mansueto Bianchi, Vescovo di Pistoia e presidente della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo, e Elia Errico Ricchetti, presidente dell’assemblea dei Rabbini d’Italia, nella presentazione del sussidio per la giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei.
La diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro attraverso l’Ufficio per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso consegnerà, nella settimana precedente la giornata, a partire dal 10 gennaio Festa del beato Gregorio X , in tutte e 246 le comunità parrocchiali, il sussidio per la giornata del 17 gennaio. Martedì 29 gennaio, alle 17, nell’Aula Magna dell’ISSR di Arezzo un rappresentante della Comunità Ebraica di Firenze terrà una conferenza-dibattito su “il dialogo tra Ebraismo e Cristianesimo ieri e oggi”.
Su cosa dialogare?
La nostra società che a prima vista può veramente apparire generalmente priva di valori, ad uno sguardo più approfondito si rivela non priva ma in cerca di valori. Quei valori, che sono comuni a cristiani ed ebrei ma anche ad altre fedi religiose e direi di più a tutti gli uomini di buona volontà, possono sicuramente fornire una base comune di dialogo su cui costruire una collaborazione, per ricostituire un tessuto che è patrimonio di tutti. Noi cattolici possiamo, dobbiamo, a tutti i livelli, e quindi anche qui ad Arezzo, fare la nostra parte coscienti della ricchezza che portiamo dalla nostra storia. Una ricchezza che possiamo mettere in comune con i nostri fratelli nella fede ma anche con quanti hanno a cuore la giustizia e la solidarietà sociale, la libertà , la pace e la fraternità.
Alle radici della nostra Chiesa
Ci piace pensare e non credo sia molto lontano dalla realtà che la nostra diocesi, sin dalle sue origini ha orientato la sua azione pastorale verso il dialogo a tutti i livelli : Donato, secondo vescovo di Arezzo e grande evangelizzatore di tutta la Toscana, non può non aver dialogato nel suo peregrinare lungo le strade del vasto municipio Aretino e oltre per portare in tutti i «pagi», una volta evangelizzata la città, la parola di Dio ai pagani del suo tempo ed è significativo che molte delle 70 Pievi Aretine siano sorte la dove già esisteva un tempio dedicato a qualche divinità Romana . La sete di assoluto dell’uomo di ogni tempo si incontra con l’annuncio dialogante del Santo Vescovo e produce frutti mirabili.
Il «lontano» nella nostra Chiesa è sempre stato prossimo ed allora si spiega la spiritualità camaldolese, quella francescana, ma anche realtà più giovani e penso a Rondine, che hanno saputo declinare nel nostro tempo l’attenzione all’uomo di ogni religione o provenienza. Eredi di un patrimonio così ricco, ci siamo voluti dotare di uno strumento pastorale che ci aiuti a calare nella prassi di ogni comunità parrocchiale il dialogo Ecumenico e Interreligioso. Mi riferisco alla rete di delegati, dei sette delegati delle zone pastorali, dei 21 responsabili dei rinnovati vicariati, e dei 246 delegati parrocchiali. Posso affermare, non senza soddisfazione, di aver pressoché completato questa rete «a maglie fitte» grazie anche alla collaborazione insostituibile dei 30 membri della Commissione Diocesana per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso e dell’arcivescovo Fontana; se la settimana di preghiera dell’Unità dei Cristiani sta entrando nella nostra prassi pastorale questo è senza dubbio un dono di Dio che si è servito e si servirà di tanti uomini di buona volontà per realizzare il suo progetto.