E’ dedicata all’azienda agricola dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, situata nei pressi di Asciano in provincia di Siena, la rubrica Campo lungo andata in onda nella quinta puntata de “Le Radici del Futuro“.
Fondato agli inizi del XIV secolo dal nobile senese Giovanni Tolomei, il grande complesso monastico di Monte Oliveto Maggiore si estende lungo il crinale di un collina nel cuore delle “crete senesi”; è definito una “città in forma di monastero” per l’ampiezza degli edifici che lo compongono. Durante questi secoli il lavoro dei monaci e degli operai hanno modificato molto il territorio circostante, originariamente disabitato e selvaggio.
Oggi una bellissima campagna circonda il monastero dove i campi coltivati, le vigne, gli olivi, i boschi, si alternano con un paesaggio “lunare” segnato da borri e precipizi naturali.
All’Abbazia appartiene una lunga tradizione di produzione del vino. La costruzione in mattoni “faccia a vista” della storica cantina nei sotterranei del monastero, risale alla seconda metà del 1300. E’ composta da due parti: un tinaio per la vinificazione delle uve e un locale per lo stoccaggio del vino in botti di legno. Lo spazio occupato dal tinaio e dalla cantina, il numero e le dimensioni dei tini e delle botti testimoniano come l’Abbazia sia stata il punto di riferimento e di raccolta, non solo delle proprie uve ma anche di quelle prodotte dai contadini della zona. Dalla vendemmia del 2008 la vinificazione è stata trasferita nella Cantina di Bollano, più grande e di più agevole accesso, costruita all’inizio del 1900 in mattoni “faccia a vista”. E’ possibile visitare la cantina dell’abbazia e degustare i prodotti. L’ingresso è libero.
L’origine dell’azienda agricola di Monte Oliveto Maggiore si può far risalire al fondatore San Bernardo Tolomei perché egli stesso mise a disposizione il 26 marzo 1319, come dote per la fondazione del nuovo monastero, i terreni di sua proprietà nel territorio di Accona insieme a quelli dei suoi compagni, Patrizio Patrizi e Melanino. Nei decenni successivi, grazie alle donazioni e alle doti dei nuovi entrati, si venne a costituire un patrimonio sufficiente per la vita, lo sviluppo e la diffusione della giovane istituzione. Lungo i secoli vi sono state altre donazioni e acquisizioni fino a raggiungere nel 1850 il numero di 27 poderi tutti condotti da famiglie di mezzadri. Per effetto della legge L. n. 3036 del 7 luglio 1866, e della L. n. 3848 del 15 agosto 1867 che sancivano la soppressione degli Ordini Religiosi, tutti i beni dell’abbazia vennero confiscati. Negli anni successivi furono messi all’asta e solo in parte vennero riacquistati dai monaci attraverso una società da loro costituita. Fu così definita la dimensione e la tipologia dei terreni e degli immobili dell’azienda agricola che si sono conservate fino ad oggi: 850 ettari di proprietà, di cui metà sono boschi, pascoli e terreni incolti (calanchi) e l’altra metà sono seminativi, oliveti, vigneti e fabbricati.
Maggiori informazioni sull’azienda agricola di Monte Oliveto Maggiore sono reperibili sul sito: www.agricolamonteoliveto.com/
Puoi rivedere le puntate già andate in onda de “Le Radici del Futuro” nella sezione Video del sito.