Si è concluso violentemente anche il terzo tentativo di erigere un villaggio di tende in territorio palestinese contro l’avanzamento delle colonie. Ieri circa 300 palestinesi, insieme ad attivisti internazionali, avevano iniziato a costruire un nuovo avamposto nei pressi di Burin (Nablus, Cisgiordania), chiamandolo Al Manatir o Bab Al-Huriya (Porta della Libertà).
Le forze israeliane sono intervenute immediatamente, isolando l’area per evitare l’accesso ad altri attivisti e attaccando i manifestanti con gas lacrimogeni e proiettili. Anche i coloni israeliani hanno partecipando, tirando pietre verso i palestinesi.

Foto: Ryan Rodrick Beiler/Activestills.org
Dopo ore di scontri, l’IDF (le forze militari israeliane) sono riuscite a distruggere completamente il villaggio di tende. Almeno cinque palestinesi sono stati arrestati. Ancora sconosciuto il numero dei feriti.
Si tratta della terza manifestazione di questo genere: il primo avamposto, Bal Alshams (Porta del Sole) era stato eretto alcune settimane fa nella cosiddetta area E1, ad est di Gerusalemme; il secondo, Bab Al-Karame (Porta della Dignità) a nord-ovest della Città Santa. Entrambi, così come il più recente Manatir, sono stati distrutti dall’esercito israeliano.
Queste manifestazioni pacifiche e non-violente stanno tuttavia ottenendo una forte risonanza a livello internazionale, anche grazie alla diffusione di costanti aggiornamenti tramite i social network. I Palestinesi molto probabilmente continueranno su questa strada, evidenziando con le loro manifestazioni la differenza tra le colonie illegali israeliane e gli avamposti palestinesi sulla propria terra.

Foto: Irene Nasser
Solo pochi giorni fa il Consiglio dei diritti umani dell’Onu aveva intimato ad Israele di fermare tutte le attività di insediamento e di avviare un processo di ritiro di tutti i coloni dai Territori Occupati Palestinesi. Secondo il rapporto presentato dal Consiglio, “un numero elevato di diritti umani dei palestinesi viene violato a causa delle colonie, istituite per il beneficio esclusivo degli israeliani ebrei, e mantenute – si legge nel testo – attraverso un sistema di totale segregazione.”
Il governo israeliano, assente all’Assemblea, ha successivamente dichiarato che il rapporto dell’Onu mina “gli sforzi per la pace”.