Aveva rubato 15mila euro dalla cassa del Cup, il Centro unico prenotazioni di Camucia, per spenderli tutti in gratta e vinci e slot machine. L’uomo, che nel frattempo ha restituito fino all’ultimo centesimo, è stato rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare, Piergiorgio Ponticelli. Gli avvocati avevano chiesto per lui una perizia, perché malato da gioco.
È questa solo l’ultima delle storie drammatiche legate a video poker e lotterie. Un cancro che con l’illusione di una vincita facile travolge persone e famiglie. Tra le prime realtà a denunciare le storture e i rischi di questo sistema la Caritas di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. L’ente diocesano più di tutti tocca con mano gli effetti nefasti del gioco d’azzardo. Per il vice direttore, Andrea Dalla Verde, la vicenda di Camucia è l’ennesima dimostrazione che “le dipendenze legate a video poker e lotterie possono portare a pratiche disumanizzanti”.
Prosegue la campagna di sensibilizzazione lanciata da TSD sulle dipendenze da gioco d’azzardo.
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La Caritas diocesana fa parte del Gruppo di Lavoro interistituzionale sul Gioco d’Azzardo e Nuove Dipendenze (Gdl Gand) che dal 2005 promuove la collaborazione tra diverse istituzioni del territorio aretino sullo studio e la prevenzione delle dipendenze comportamentali. Le altre organizzazioni sono Usl 8, Comune di Arezzo, Provincia di Arezzo, Prefettura, Guardia di Finanza, Misericordia, Confcommercio, Confesercenti e Mirimettoingioco (Associazione di volontariato di ex-giocatori e loro familiari).