È dedicata alla formazione e al volontariato nell’ambito dell’assistenza ai malati oncologici la nuova puntata di Città Nostra, in onda questa sera alle 21.30 sul canale 85 e in streaming all’indirizzo web www.tsdtv.it/live, visibile anche su smartphone e tablet.
Favorire la conoscenza tra le numerose associazioni aretine che si occupano di problemi oncologici, al fine di consentire alla persona e ai familiari di non sentirsi soli all’interno dell’iter della malattia.
È questo l’obiettivo che si prefigge Sinergia, un progetto finanziato dal CESVOT e nato dalla volontà dell’Unità operativa di Psicologia ospedaliera dell’Azienda Usl 8 di Arezzo, in collaborazione con il Dipartimento Oncologico e con le sezioni aretine di Avad, Andos, Calcit, Avo, Lilt e Gaia.
Tra le fasi principali dell’iniziativa, un corso di formazione per volontari che prevede lezioni in aula e lavori di gruppo attraverso l’uso di strumenti didattici come role-playing, simulazioni e circle time.
La finalità del percorso formativo è la creazione di una figura trasversale, quella del facilitatore sociale.
Un volontario organizzato che acquisisca le competenze necessarie in relazione ai servizi, ai percorsi assistenziali tra ospedale e territorio e in grado di fare informazione ed accoglienza.
In studio, la dott.ssa Edi Farnetani, direttore dell’ Unità Operativa di Psicologia Ospedaliera dell’Azienda Usl 8 di Arezzo, e la psiconcologa Silvia Peruzzi. Conduce Riccardo Ciccarelli.
Strumenti per approfondire
Progetto Sinergia
Il Progetto Sinergia rappresenta un valore aggiunto, che può e deve essere utilizzato per consentire alla persona e ai familiari che si vengono a confrontare con una diagnosi oncologica di non sentirsi soli nell’intero iter della malattia.
“Superato il concetto di malattia-cancro come sinonimo di morte -spiegano gli organizzatori del corso- si aprono scenari nuovi che non possono e non devono essere ignorati per i loro risvolti umani, sociali ed economici. E’ importante adoperarsi per offrire alle persone con esperienza di malattia oncologica il recupero e/o il mantenimento della massima autonomia fisica e soprattutto relazionale. Diventa così importante -sottolineano i curatori dell’iniziativa- il lavoro delle associazioni di volontariato, delle persone con esperienze di malattia oncologica e dei loro familiari, nel diffondere e promuovere informazione, sostegno diretto, iniziative volte alla sensibilizzazione e riabilitazione. La lacerazione può ricucirsi più agevolmente in un contesto familiare e culturale che accetta la persona con la sua ferita.”