Arrivano ora a 10 le aziende sanitarie toscane che applicano il protocollo di tutela delle vittime di violenze e maltrattamenti. Entro il 2014 il progetto dovrebbe coprire tutto il territorio toscano. Le new entry sono la 5 di Pisa, la 6 di Livorno, la 11 di Empoli, l’azienda ospedaliero universitaria di Careggi e quella del Meyer.
Queste – ricorda una nota della Regione Toscana – vanno ad aggiungersi alla 9 di Grosseto, capofila regionale, che ha avviato il progetto già dal 2010, la 2 di Lucca, la 4 di Prato, la 8 di Arezzo e la 12 di Viareggio.
“La forza del progetto del Codice rosa – spiega l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni – è il lavoro di squadra: mettere in rete tante competenze diverse, medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, magistratura, forze dell’ordine, associazioni, centri antiviolenza, per fare un’azione coordinata a sostegno delle fasce deboli, e nello stesso tempo perseguire gli autori dei reati. L’ingresso delle nuove aziende – sottolinea ancora l’assessore – conferma la volontà di procedere alla graduale e progressiva estensione del progetto, che con il prossimo anno troverà completa diffusione su tutto il territorio regionale”.
Nel 2012 ad Arezzo sono stati trattati 241 casi di maltrattamenti e abusi su adulti e minori. Il dato è la punta dell’iceberg di un fenomeno di cui ancora non si conoscono le reali dimensioni, perché le vittime hanno paura e non parlano, anche se nascondono il grande desiderio che qualcuno chieda loro cosa è successo veramente, cosa si nasconde dietro a quella che e’ stata dichiarata una caduta accidentale in bagno o l’urto contro uno sportello della cucina.
Il progetto non è rivolto solo alle donne, ma anche ai bambini, agli immigrati, alle vittime di atti omofobici, agli anziani.
Per approfondire
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