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Un Papa arabo come Pietro?

12/03/2013 / Redazione / Blog, Terra Santa
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Dal sito Vatican Insider, l’articolo di Graziana Coco:

Prima dell’inizio del Conclave, in rete e tra gli scommettitori impazza il toto-papa. Bocche cucite da parte dei porporati e degli addetti ai lavori che hanno varcato l’entrata di Piazza del Sant’Uffizio, l’unico dovere è quello di mantenere la riservatezza se non si vuole rischiare la scomunica.

Tra i papabili gli occhi sono puntati principalmente su Angelo Scola, il cardinale Arcivescovo di Milano. Scola, pare sia riuscito a coagulare i consensi di metà del gruppo italiano, più buona parte degli europei e almeno la metà degli elettori americani. Dietro il cardinale Scola arriva Odilo Scherer (Brasile), Marc Ouellet (Canada), Péter Erdo (Ungheria), Christoph Schönborn (Austria), Sean Patrick O’Malley (Stati Uniti), Timothy Michael Dolan (Stati Uniti) Jorge Mario Bergoglio (Argentina), Albert Malcolm Ranjith (Sri Lanka), Fernando Filoni (Italia), Telesphore Placidus Toppo (India), Luis Antonio G. Tagle (Filippine), Francisco Robles Ortega (Messico), Joao Braz de Aviz (Brasile).

Ma in attesa della fumata bianca, c’è chi continua a sperare nell’elezione di un papa nero o addirittura arabo, anche se, come è stato scritto su un articolo pubblicato sul sito del quotidiano Al-Arabiya, ci sono poche speranze che le minoranze di cristiani arabi residenti in tutto il Medio Oriente vedano eletto a servizio della Chiesa cattolica un papa arabo. E anche il Reverendo Frank Julian Gelli  sul sito Radical Views si chiede quanto sia probabile l’elezione di un papa arabo o addirittura palestinese, proprio come Pietro.

E se questa probabilità ha in sé una parte di “follia”, lui stesso afferma che “Allahu a’alam. Dio è Dio di sorprese” e ciò che accadde nel lontano 1978  quando venne scelto Papa Wojtyla, si potrebbe ripetere.  “Molti guardavano con sospetto all’elezione del nuovo papa polacco, erano spaventati. La cortina di ferro era ancora in piedi. Un cardinale da un paese comunista creava nervosismo. Ma ora tutti sappiamo che il Papa polacco ha svolto un ruolo chiave nella distruzione del dominio sovietico in Europa orientale”, scrive nel suo articolo. E chi potrebbe essere il papa arabo?

mons. Bechara Boutros Rai Patriarca di Antiochia dei Maroniti

mons. Bechara Boutros Rai
Patriarca di Antiochia dei Maroniti

Tra i 115 cardinali anni ammessi a entrare in conclave  per eleggere il successore di Benedetto XVI, c’è il patriarca libanese Bechara Boutros al-Rahi capo della Chiesa maronita. Bechara, essendo stato recentemente nominato cardinale proprio da Benedetto XVI, parteciperà alla elezione del nuovo pontefice, ed è un probabile candidato al papato. Infatti, per legge, ogni cardinale in conclave è un membro votante e merita di essere il prossimo papa. Quindi, tecnicamente, potrebbe essere lui il papa arabo.

Tuttavia, secondo le analisi degli storici e la stampa araba, pochissimi favoriscono questa possibilità, fatta eccezione per i circa 346  tifosi che hanno aderito una pagina appena creata su Facebook che promuove come prossimo papa proprio il libanese Bechara Boutros al-Rahi.

Ma per quali motivi il Vaticano dovrebbe guardare al mondo arabo con maggiore attenzione? La risposta la dà in un’intervista ad Al-Arabiya, un padre maronita libanese che ha voluto mantenere l’anonimato, il quale sostiene che l’unico modo per dare vigore al cattolicesimo è prendere come modello quei luoghi dove il messaggio cattolico non ha subito un processo di decadenza.  “Il cattolicesimo è in grave declino in Europa, dove le chiese vengono lentamente svuotate  ma sta crescendo vigorosamente in Africa, America Latina e Asia”, ha spiegato il padre maronita, aggiungendo che già Benedetto XVI aveva messo  in atto un vero e proprio piano d’azione per i cristiani della regione araba, durante la sua ultima visita in Libano lo scorso  settembre 2012.

Ma se in tanti, nel mondo arabo, puntano gli occhi sul patriarca libanese, c’è chi come Barbara Serra, corrispondente di Al-Jazeera, scrive che “l’esito del conclave è impossibile da prevedere… e l’unica cosa che  sappiamo per certo è l’affluenza alle urne, 115 cardinali di età inferiore agli 80 anni. Eventuali altri aggiornamenti arriveranno dal fumo prodotto dalla combustione delle schede all’interno della Cappella Sistina. Fumo nero per un voto inconcludente, fumo bianco se un cardinale ha ottenuto la maggioranza dei due terzi necessaria per essere elevato al Papato”.

 

PER APPROFONDIRE

L’intervista di Gianni Valente al Patriarca di Antiochia dei Maroniti mons. Bechara Boutros Rai, prima dell’ingresso in Conclave

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