Erano in molti oggi al Santo Sepolcro a Gerusalemme i frati francescani: forse una semplice coincidenza, ma tutti, commentando l’elezione del nuovo Pontefice, hanno tenuto a sottolineare, oltre la personale contentezza per l’avvenimento, anche l’importanza del nome indicato dal cardinale Bergoglio per il suo Pontificato.
”Ha scelto quello di San Francesco, perché la vera ricchezza della Chiesa sono i poveri. Sono molto contento – dice padre Maurizio, un francescano svizzero – anche perché la sua elezione sposta il centro della Chiesa verso l’America Latina, dove c’è la comunità più grande del mondo cattolico. Penso che questo sia un bel segno della globalizzazione della Chiesa.” “Una sorpresa, un dono del Signore che dobbiamo accogliere” sottolinea il francescano padre Giuseppe di Brescia. “Che venga dal mondo nuovo è una benedizione. Il nome che ha scelto per noi è un onore”. Poi aggiunge: ”sembra una persona vicino al popolo. Quello di chiedere alla gente di pregare per lui è stato un gesto insuperabile”.
Anche in Cisgiordania la comunità cattolica palestinese ha accolto ”con entusiasmo e partecipazione” l’elezione di Francesco al soglio di Pietro e spera che ci sia ”una maggiore attenzione delle politiche vaticane nei confronti dei Territori Occupati”. Per padre Ibrahim, parroco di Beit Jala (Betlemme) è ”una rivoluzione condotta dallo Spirito Santo, una rivoluzione verso le origini della Chiesa: povertà e semplicità”.
”E’ stata una grandissima sorpresa per tutti noi – sottolinea all’Ansa padre Raed, parroco di Ramallah e direttore della Caritas di Gerusalemme – Il fatto che il nuovo papa abbia deciso di ispirarsi a Francesco d’Assisi e al suo
insegnamento di povertà e di amore verso gli ultimi ci fa ben sperare per una rinnovata attenzione della Chiesa verso la condizione della popolazione palestinese”.
Il sindaco di Betlemme, Vera Baboun, vede nell’elezione del nuovo Papa un ”momento di svolta” all’interno della Chiesa e di rafforzamento del legame tra il Pontefice e la Terra Santa: ”Speriamo – sottolinea – che il nuovo Papa sia motore di rinnovamento e si spenda per introdurre politiche che possano riportare la pace in Terra Santa: ogni mattina, quando dal mio ufficio guardo la Basilica della Natività, chiedo al Signore di aiutarci a trovare la retta via, perchè questa terra e questa citta’ agognano la pace da troppo tempo.”
Massimo Lomonaco e Michele Monni per Ansa