Ha voluto annunciare la sua Visita ad Limina, da Papa Francesco, prevista da lunedì 8 a venerdì 12 aprile, assieme ai vescovi della Toscana. Così l’arcivescovo Riccardo Fontana ha aperto la sua Omelia per la Messa crismale nel Duomo di Arezzo. Di fronte ai sacerdoti della diocesi, che nell’occasione come da tradizione hanno rinnovato le proprie promesse, il Presule ha detto: “Esprimiamo la nostra unità con il Papa e la Chiesa che guida”.
In vista della Visita ad Limina, citando l’ultima lettera pastorale “Donato va a trovare Pietro” ha chiesto: “Cosa devo dire al Papa?”. “La Visita ad Limina è l’occasione per interrogarci sulla nostra attuale identità», ha detto Fontana. “È il momento di chiederci quale sia la partecipazione alla vita ecclesiale: abbiamo solo una gloriosa tradizione da ricordare, oppure ci riconosciamo parte viva della Chiesa?”.
Poi Fontana ha ricordato la Visita di Benedetto XVI, ad Arezzo e Sansepolcro, il 13 maggio 2012: “In quella occasione – sono le parole del Presule – si è avviato nelle nostre parrocchie un processo virtuoso. Preghiere, dibattiti, catechesi e un forte impegno di Carità. È stata realizzata un’importante raccolta per i poveri, la più cospicua che si ricordi in diocesi.
Ma il frutto spirituale più importante è stata una forte aggregazione all’interno della nostra Chiesa. I sacerdoti si sono stretti a me. Le nostre comunità si sono unite e responsabilizzate. Il primo a guidarci è stato proprio Benedetto XVI a cui va il nostro pensiero. Ci ha chiesto di far rivivere la fede, come ai tempi in cui questa città fu patria dei grandi.
Se proveremo a dare una risposta interiore a queste domande, la speranza ci condurrà a donare un volto più umano al nostro territorio”.
Poi Fontana ha dedicato un passaggio della sua Omelia ai sacerdoti: “Fare il prete significa curare la nostra preparazione interiore seguendo Gesù. La Chiesa del nostro tempo ha bisogno di sacerdoti maturi, che siano alternativi al paganesimo che dilaga, alla superficialità. Solo praticando la santità aiuteremo il nostro popolo”.