L’ha denunciato anche il Papa nella benedizione Urbi et Orbi della mattina di Pasqua. “La tratta degli esseri umani è la schiavitù dei nostri giorni”. La stessa denuncia era partita poche settimane prima anche da Arezzo, in occasione della presentazione del libro “Il traffico degli invisibili”, di fronte agli studenti degli Istituti superiori della Città. L’autrice della ricerca, Desirée Pangerc ha spiegato nel dettaglio quanto sofisticato possa essere il sistema costruito dietro la tratta illegale di uomini.
è riconoscibile dunque una struttura gerarchica piramidale, condivisa da tutti questi network, con un vertice che agisce nel proprio Paese, in quanto è lì che l’organizzazione gode di protezioni, conoscenze, potere e risorse tali da poter avviare il traffico senza essere contrastata. Quindi si giunge a un livello medio, formato da organizzazioni criminali cui il vertice subappalta parti del tragitto; solitamente si tratta di mafie dei Paesi di transito della tratta, ovvero gruppi criminali locali che conoscono estremamente bene il territorio e, grazie a un sistema di relazioni illecite costruite nel tempo, “sono in grado di provvedere alla ricezione degli immigrati e alla loro custodia temporanea. In fondo alla piramide gerarchica, si trova la manovalanza, ovvero i cosiddetti trasportatori o passeur, che veicola il traffico nell’ultima parte del suo viaggio e lo introduce nel Paese di destinazione.
In occasione della presentazione del lavoro firmato della Pangerc, il Comandante dei Carabinieri di Arezzo, Massimo Planera, ha spiegato come anche il territorio aretino sia coinvolto dalla tratta. Lo vediamo ogni giorno sulle nostre strade. È il fenomeno della prostituzione. Giovani ragazze, provenienti prevalentemente dall’Est Europa, arrivate con la speranza di una vita migliore e costrette da aguzzini senza scrupoli a vendere il proprio corpo. E la speranza si trasforma così in incubo. Un dramma insopportabile, proprio come nel caso di Almira, la cui vicenda avevamo raccontato nelle scorse settimane.