“L’amore non è un’avventura. Ha il suo peso specifico. È il peso di tutto il tuo destino. Non può durare un solo momento. L’eternità dell’uomo passa attraverso l’amore”.
Oggi, alle 21.20, va in onda il film La bottega dell’orefice (1987), tratto dall’opera teatrale del giovane Karol Wojtyla, che racconta la storia di tre matrimoni nel periodo a cavallo tra la seconda guerra mondiale e gli anni Sessanta.
La prima unione su cui l’autore si sofferma è quella tra Andrea e Teresa: un sentimento intenso, bruscamente interrotto dalla guerra, capace di oltrepassare la morte di Andrea per sopravvivere nel figlio Cristoforo.
Difficile e problematico è il vincolo che unisce la seconda coppia, Stefano e Anna. Il loro matrimonio è minato dall’indifferenza e dall’incomprensione, pervaso da una sottile ostilità che porta la donna a tentare di stabilire contatti con altri uomini e di vendere, inutilmente, la propria fede, per lei simbolo ormai privo di significato.
Inizialmente esitante è l’amore tra i figli nati dalle due precedenti coppie: i giovani Monica e Cristoforo. Il loro è un rapporto che germoglia tra le incertezze causate dalle diverse eredità spirituali dei loro genitori. Tuttavia la forza della coppia è maggiore della somma delle singole due forze, capace di vincere le esitazioni poiché “il futuro dipende dall’amore”.
“La bottega dell’orefice” è, nelle stesse parole di Karol Wojtyla, una “meditazione sul sacramento del matrimonio che di tanto in tanto si trasforma in dramma”, un piccolo trattato sul fidanzamento e sul sacramento del matrimonio.
La sceneggiatura, del 1989, è curata da Mario Di Nardo, per la versione cinematografica dell’opera, diretta da Michael Anderson, con Burt Lancaster (il gioielliere), Andrea Occhipinti (Andrea), Olivia Hussey (Teresa; ha interpretato Maria nel Gesù di Nazareth di Zeffirelli del 1977), Ben Cross (Stefano), Jo Champa (Anna), Daniel Olbrychski (Padre Adamo) e altri nomi di spicco.