Quel giorno la maglia rosa potrebbe essere già sulle spalle di uno dei favoriti per la vittoria finale. La nona tappa del Giro d’Italia domenica parte da Sansepolcro, dopo l’insidiosa cronometro di 54,8 Km da Gabicce Mare a Saltara, che sembra messa lì apposta per lui. A meno di incredibili colpi di scena il britannico del team Sky, Sir Bradley Wiggins, al via dalla cittadina biturgense guarderà i suoi rivali dall’alto in basso. Con quanti secondi o addirittura minuti di vantaggio non è facile prevederlo, ma di sicuro corridori come Nibali, Hesjedal e Evans dovranno cercare di limitare i danni, per poi attaccare l’irriducibile squadrone inglese sulle Alpi. Le occasioni non mancheranno, così come lo spettacolo con tappe come la quindicesima, che vola in Francia in cima alla storica vetta del Tour, il Col du Galibier, quest’anno prestata al Giro, o la ventesima nelle Dolomiti con il traguardo posto sulle Tre Cime di Lavaredo.
Cosa succederà nella nona tappa? Il Garibaldi di giornata prevede due salite impegnative: il Passo della Consuma di seconda categoria e Vallombrosa di prima categoria. Sono lontane dall’arrivo ma potrebbero favorire la fuga di un gruppo ristretto di corridori. Gli uomini di classifica in quel frangente controlleranno la corsa, mentre per i velocisti sarà molto difficile disputare lo sprint a Firenze in piazzale Michelangelo. Tutti da seguire gli ultimi 23 km di gara. Nel finale infatti ci sono due strappi, brevi ma selettivi, soprattutto il primo, Vetta Le Croci, quattro chilometri ad una pendenza media del 9%, con punte che raggiungono il 12%. Qui se avranno la voglia e le gambe potrebbero muoversi anche gli uomini di classifica, per rosicchiare a Wiggins secondi preziosi in classifica generale. Subito dopo Vetta Le Croci la strada torna a salire in prossimità di Fiesole, sempre per pochi chilometri, ma con tratti all’11%. Se ci sarà uno scatto deciso in queste ascese difficilmente il gruppo avrà spazio e modo di riagguantare i fuggitivi. Il finale di gara infatti non è completamente pianeggiante, ma sale dolcemente al 3% fino al traguardo. Oggi il ciclismo non è più come quello di una volta, dove la bagarre fra i protagonisti poteva iniziare anche a 60-70 Km dall’arrivo, ma agli ultimi chilometri se un Nibali, un Hesjedal o un Evans avranno coraggio potrebbero anche recuperare qualcosa all’irriducibile squadra di Wiggins.