Oggi alle 19.30 e 21.20 va in onda la puntata n. 71 di “Mappe. Spunti per comprendere dove siamo”, programma ideato e condotto da Anselmo Grotti con la collaborazione di Ilaria Vanni. La puntata si intitola “La mente all’esterno della mente”.
Konrad Lorenz (1971) ha affermato che la nostra specie si caratterizza per il mantenimento di un’interazione attiva con l’ambiente e che dunque il carattere costitutivo dell’uomo è quello di essere un animale neotenico. La neotenia è un “atteggiamento” evolutivo grazie al quale alcune caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche delle forme giovanili, permangono anche negli stadi più avanzati di senilità dell’individuo della specie. In particolare nell’uomo Lorenz rileva un atteggiamento esplorante ed inquisitivo che produce la flessibilità della mente. Si parla dunque di una sorta di ritardo della maturazione, di un prolungamento dell’età infantile. Ciò determina anche un ruolo molto importante assunto dalla figura genitoriale; i bambini sviluppano una dipendenza dalla organizzazione degli adulti che li supporti durante la crescita. Il prolungamento del periodo dello sviluppo del bambino e la sua dipendenza dagli adulti è anche la causa di un rafforzamento dei legami di coppia, che per alcuni è anche il motivo della creazione di legami stabili e l’impulso a riunirsi in nuclei familiari per il genere umano. In definitiva sintetizza Lorenz “il ritardo è la base biologica per la vita in società”.
Questo interesse comune dei genitori verso l’accudimento dei figli veniva già rilevato da Locke nel Secondo Trattato sul Governo che vede nel prolungamento dell’infanzia il rafforzamento dei legami familiari. Un ottima ricerca scientifica che vede suffragata tale teoria anche a livello delle scienze della mente è quella esposta dal professore Riccardo Manzotti, docente di psicologia alla IULM di Milano. Manzotti sostiene che non ci sono immagini, né rappresentazioni nelle nostre menti. “la nostra esperienza visuale del mondo è un continuum tra colui che vede e ciò che si vede come un unico processo che è l’azione stessa del vedere”. Manzotti è un esternalista radicale, non c’è separazione tra il nostro sistema ricettivo e il mondo esterno; tra la nostra attività di manipolazione del dato empirico e la realtà esterna. La nostra coscienza è un flusso condiviso tra le due parti, parlare di soggetto e oggetto è solo una nostra convenzione. Attraverso questo contributo possiamo vedere da che punto di vista lavora la nostra mente, nella direzione di far fluire più esperienze possibili, che ricorda l’atteggiamento esplorante ed inquisitivo di cui sopra. Più lungo è il tempo che l’uomo dedica al prendersi cura, in questo caso di un altro uomo, più durevole e solida è la sua esistenza. Con lo studioso Bolk diciamo che essenziale per l’uomo è il lento progresso del suo processo vitale. Senza arrivare agli estremismi degli esterna listi, si pone la questione dell’aspetto relazionale del nostro essere, che ci pone in necessaria contiguità gli uni con gli altri.
La mostra “Homo Sapiens”, curata dal biologo darwiniano Telmo Pievani, con i contributi dello scienziato Gould, da poco scomparso, ci offe uno sguardo molto curato sull’evoluzione della nostra specie fino ad oggi, spiegando anche che ruolo ha giocato la “neotenia”. In esposizione a Novara, dopo il successo ottenuto a Roma al Palazzo delle Esposizioni.
Tutte le puntate di Mappe disponibili e scaricabili sul sito: www.tsdtv.it/mappe/
Si può intervenire nel blog di Mappe: www.tsdtv.it/blog/blog-mappe/